06/06/13 – Mozambico – Carbone al posto del cibo

di AFRICA

 

Li fanno sloggiare, talvolta promettono loro aiuti e garanzie. Poi, però, se li dimenticano. È quello che accade a chi vive nel cuore della provincia Tete, in Mozambico. Che ha la “sfortuna” di avere nella pancia tanto carbone – soprattutto – e altre materie prime ancora tutte da sfruttare.

Una benedizione, se fossero i suoi abitanti a trarne beneficio. Ma in realtà, sono sempre le multinazionali a spremere i giacimenti. Qui, la Cina avida di minerali, non c’entra.

Secondo Human Rights Watch, che ha passato al microscopio i problemi dell’area – fra le più povere del continente – i grandi protagonisti dello sfruttamento sono soprattutto la brasiliana Vale e il gruppo anglo-australiano Rio Tinto.

I loro manager – e quelli di altre imprese straniere – ottengono, alla velocità della luce, licenze d’estrazione dagli uffici pubblici e con altrettanta solerzia “traslocano” gli abitanti in altre zone. E stiamo parlando, fra permessi ottenuti e in attesa (rapida) di vidimazione, del 60% del territorio! Il problema è che, paradossalmente (ma neanche troppo…) finora i mozambicani erano agricoltori autosufficienti, mentre dopo la “deportazione” in zone dalla terra poco fertile o con scarsità d’acqua, non sono spesso più in grado di dare da mangiare alla propria famiglia.

I gruppi coinvolti – sostiene Hrw – promettono di vigilare che compensazioni e trasferimenti siano paritari: ma assai poco di tutto questo viene realizzato. Le multinazionali avrebbero anche garantito di favorire la creazione di cooperative per la creazione – ad esempio – di allevamenti di polli: progetti a troppo lungo termine, che, soprattutto, restano per lo più sulla carta.

Molti di noi sono cresciuti con l’idea che lo sfruttamento dell’Africa appartenesse al passato colonialista: le indagini di una Ong sembrerebbero mostrare come al peggio non ci sia limite. –Blog/Corriere della Sera

 

Condividi

Altre letture correlate:

Lascia un commento

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.