Un deputato, Warsame Faysal, è rimasto ucciso nell’esplosione di un ordigno nascosto a bordo della sua macchina, deflagrata nei pressi di Villa Somalia, sede in teoria blindata della presidenza e del governo a Mogadiscio. A dare notizia dell’ennesimo attentato contro esponenti delle istituzioni somale sono fonti di polizia e della stampa locale.
“Siamo andati a pregare in una moschea all’interno del palazzo presidenziale. Quando è tornato alla sua macchina e si è messo alla guida c’è stata l’esplosione” ha detto Abdikadir Hussein, ufficiale di polizia in servizio al posto di blocco all’ingresso del complesso governativo. Secondo la radio di Stato l’esplosione si è verificata “mentre il veicolo varcava la soglia del palazzo presidenziale” mentre per altre fonti l’ordigno è deflagrato “in una strada che porta a Villa Somalia”. Di bassa potenza, l’esplosione della bomba, collocata sotto il sedile al posto di guida, non ha causato danni circostanti. Faysal è stato subito trasportato all’ospedale ma è stato dichiarato morto al suo arrivo. Sta invece ricevendo cure un ex parlamentare rimasto ferito nell’attentato che, per ora, non è stato rivendicato.
Negli ultimi mesi nel paese del Corno d’Africa si sono moltiplicati attentati e imboscate ai danni di esponenti di governo, militari e truppe straniere dispiegate nel paese. Gli attacchi sono spesso rivendicati da Al Shabaab, gli insorti in armi contro il governo centrale ma costretti al ripiego dalla capitale nell’agosto 2011 per l’intervento dei soldati Amisom (forza africana in Somalia) al fianco dei militari somali. Lo scorso settembre il presidente Hassan Sheikh Mohamoud, nominato nell’agosto 2012 e che gode del sostegno della comunità internazionale, è scampato ad un attentato sulla strada per Merka, un centinaio di chilometri a sud-ovest di Mogadiscio. Il mese scorso il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha autorizzato il dispiegamento di altri 4000 ‘peacekeepers’ per rafforzare la missione dei caschi verdi africani. – Misna
