“Un gigante della giustizia” per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, “un secondo Gesù” per gli abitanti di Soweto, la township di Johannesburg entrata nella storia della lotta alla segregazione razziale. I superlativi per Nelson Mandela non bastano. Gli anni della lotta, gli anni trascorsi in prigione per le sue idee e la lunga vita che gli è spettata hanno contribuito a creare un alone di concreta leggenda attorno a lui già da vivo.sudafricamandela
Così, alle dichiarazioni ufficiali che piovono da tutto il mondo dopo la sua morte alle 8.58 di ieri sera nella sua casa di Houghton, fanno da contraltare manifestazioni spontanee, candele accese per tutta la notte, canti e balli.
Malato da tempo, Mandela ha lottato fino alla fine così come aveva fatto in tutta la sua vita. Ma era anche stato il padre di quello spirito di riconciliazione che aveva segnato il Sudafrica del dopo apartheid. Il prossimo anno sarebbero stati i 20 anni dalle prime elezioni libere che lo avevano visto trionfare insieme all’African National Congress.
Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha annunciato che per Mandela si terranno funerali di Stato, ha ordinato la bandiera a mezz’asta in tutto il paese: “Adesso sta riposando in pace. La nostra nazionale ha perduto il suo più grande figlio”. – Atlasweb