Traballa il Congresso per la Democrazia e il Progresso (Cdp) del longevo presidente Blaise Compaoré, al potere dal 1987, dopo un’ondata di dimissioni che ha visto 75 suoi membri rassegnare le dimissioni. In una lettera aperta pubblicata ieri gli esponenti fuoriusciti dal Cdp hanno spiegato di essere in “profondo disaccordo con l’attuale orientamento del partito e i suoi metodi di gestione interna”. Ad aver voltato le spalle al partito al potere sono dinosauri della politica del Burkina Faso e politici di lungo corso tra cui l’ex capo del Cdp nonché ex presidente del parlamento Roch Marc Christian Kaboré, l’ex carismatico sindaco di Ouagadougou, Simon Compaoré, diversi ex ministri, ex uomini di fiducia del presidente ma anche alcuni co-fondatori della formazione politica. Nella lettera-manifesto vengono denunciati metodi in atto nel Cdp “fondati sull’esclusione, gli intrighi, l’ipocrisia e la delazione”. I dimissionari hanno evidenziato il proprio disaccordo sulla creazione “forzata e nonostante le critiche diffuse” del Senato – seconda camera del parlamento – e sulla possibile prossima modifica dell’articolo 37 che revocherebbe il limite al numero di mandati presidenziali, aprendo la strada la strada ad una terza candidatura di Compaoré alle elezioni del 2015.
Al di là delle critiche di opposizione, società civile, attivisti e normali cittadini alla nascita del Senato, considerato un’istituzione “inutile” e “costosa”, i maggiori timori dei burkinabe riguardano la modifica della Costituzione. Nei prossimi giorni potrebbero arrivare altre dimissioni da altri organi decentrati del partito, contrari anche al potere sempre più marcato del fratello minore del presidente, François Compaoré. Nel commentare l’ondata di dimissioni d al Cdp, la stampa locale prevede la prossima nascita di una nuova formazione politica da parte dei fuoriusciti dal partito al potere. Per alcuni osservatori la fine del “regno di Compaoré è vicina” mentre per altri la scissione all’interno del suo Cdp rappresenta “l’ultima trovata per mantenersi al potere”.
All’inizio del 2011 l’ex colonia francese era stata profondamente destabilizzata da sommosse militari e proteste studentesche che avevano fatto vacillare il longevo capo dello Stato. – Misna