Cresce d’intensità il confronto politico dopo la visita del presidente congolese Joseph Kabila nella provincia del Katanga: a dividere i governanti locali è la possibilità che la vasta regione mineraria sia smembrata in quattro distretti più piccoli, nell’ambito della decentralizzazione che dovrebbe far passare il numero delle unità amministrative congolesi da 11 a 26.
Chi si oppone al progetto cita il rischio di “esacerbare le tensioni sociali” in un’area dove fin dall’indipendenza del Congo, nel 1960, sono vive idee secessioniste. Altri, come il presidente dell’Assemblea provinciale Gabriel Kyungu wa Kumwanza, sottolineano il rischio che famiglie e comunità affini siano separate delle nuove frontiere interne. La visita di Kabila, avvenuta lunedì, era ufficialmente diretta a calmare queste preoccupazioni.
In Katanga, secondo varie analisi, sembra però giocarsi anche una partita politica più ampia, che ha come posta in palio la successione allo stesso presidente: Kabila allo stato attuale non potrebbe partecipare alle elezioni del 2016 essendo nel corso del suo secondo mandato. In pubblico il capo dello Stato ha ripetutamente smentito di volersi ricandidare comunque, ma da mesi si susseguono le voci di un’imminente riforma costituzionale per permetterglielo. E altrettanto insistenti sono le indiscrezioni che vedono in Moïse Katumbi, governatore proprio del Katanga, un altro aspirante alla massima carica.
Secondo la stampa locale Katumbi, pur trovandosi nella capitale provinciale Lubumbashi al momento della riunione convocata lunedì da Kabila, non vi avrebbe partecipato, ufficialmente per “ragioni di salute”. Nelle scorse ore è intanto arrivata la notizia della sua rimozione da leader regionale del partito di governo. Un colpo al suo potere nell’area, che potrebbe essere raddoppiato se veramente il progetto di spezzettamento amministrativo del Katanga fosse portato a termine. – Misna