“Speriamo di poter avere presto buone notizie, anche se sappiamo che questa zona non è certo la più pacifica del mondo”: a parlare con la MISNA è padre Leopoldo Rossi, sacerdote Fidei Donum vicentino contattato a Maroua dopo il sequestro dei missionari in servizio in questa diocesi del Camerun.
“Il sequestro – dice padre Leopoldo – ci ha colti di sorpresa perché nonostante questo sia un posto difficile nei giorni precedenti non c’erano stati motivi di preoccupazione particolare”. Il missionario è un Fidei Donum come i due sacerdoti italiani rapiti, padre Gianantonio Allegri e padre Giampaolo Marta, entrambi vicentini come lui. Dei religiosi, e di suor Gilberte Bussier, la missionaria canadese sequestrata con loro, non si hanno notizie da venerdì notte. Lo conferma anche suor Maria Regini, provinciale delle Sorelle delle Divina Volontà, da anni a Maroua. “In questo momento – dice la religiosa alla MISNA – è prudente per tutti non parlare perché non si hanno notizie chiare, anzi non se ne hanno affatto”.
L’assenza di informazioni e la richiesta di non lasciarsi andare a speculazioni inutili e anche dannose sono il filo rosso delle dichiarazioni rilasciate dal vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol. “Della sorte dei missionari rapiti – ha sottolineato il presule – non sappiamo davvero nulla di certo; non si può dire se stiamo bene, se siano salvi o nelle mani di chi”.
L’invito, fatto proprio anche dal ministero degli Esteri italiano, è alla massima discrezione e riserbo. “Ogni illazione – dice monsignor Pizziol – potrebbe risultare dannosa rispetto alla speranza da tutti condivisa di arrivare a una soluzione positiva; ogni comunicazione ufficiale e diretta è interrotta e alcune ipotesi circa il gruppo che potrebbe aver sequestrato i religiosi o il ritrovamento di un deposito di armi al momento non trovano conferme”. – Misna