In base ai risultati parziali provvisori diffusi a otto giorni dalle legislative, è in vantaggio il partito del presidente Alpha Condé mentre l’opposizione chiede l’annullamento dello scrutinio. Secondo la Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) su 31 seggi già assegnati con il voto uninominale, 16 vanno al Raggruppamento del popolo di Guinea (Rpg). Al secondo posto, con 12 deputati eletti c’è l’Unione delle Forze democratiche di Guinea (Ufdg) di Cellou Dalein Diallo, seguito dall’Unione delle forze repubblicane (Ufr) con due eletti e dell’Unione per il progresso della Guinea (Upg), con un solo rappresentante. A questo punto devono ancora essere pubblicati i risultati di altri sette seggi assegnati con lo scrutinio uninominale e degli altri 76 attribuiti con la proporzionale.
Il clima di attesa per i risultati definitivi è caratterizzato da crescenti tensioni politiche che fanno temere per una possibile contestazione violenta. L’Ufdg, l’Ufr e l’Upg riuniti in un fronte di “opposizione repubblicana” hanno già chiesto l’annullamento delle votazioni, accusando il partito al potere di “frodi massicce”, e minacciano di organizzare nuove proteste se la loro richiesta non dovesse essere accolta. Oltre alla lentezza dello spoglio e i sospetti di collusione tra la Ceni e le forze politiche al potere, ad accrescere il malcontento dell’opposizione hanno contribuito gli autoproclami di vittoria fatti venerdì scorso dal partito del presidente Condé.
I partner internazionali hanno avviato una mediazione tra maggioranza e opposizione per evitare un nuovo ciclo di violenze elettorali, che nei mesi antecedenti al voto sono già costate la vita a una cinquantina di persone. “La nostra priorità è quella di evitare le violenze” ha detto l’ambasciatore statunitense a Conakry. Da due giorni il rappresentante speciale dell’Onu in Africa occidentale, Said Djinnit, sta moltiplicando le consultazioni assieme ai delegati dell’Unione Europea (Ue), della Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas), della Francia e degli Stati Uniti. Il comitato di monitoraggio delle elezoni – costituito da partiti politici e mediatori internazionali – ha invitato tutte le parti ad “astenersi da qualunque dichiarazione o manifestazione che, nel contesto attuale, potrebbero mettere in pericolo la pace sociale e la stabilità della Guinea”, chiedendo alla Ceni di “pubblicare al più presto i risultati completi”.
Se per la maggioranza degli osservatori elettorali il voto si è svolto nella calma e con una forte partecipazione degli aventi diritto, quelli della missione europea hanno invece evidenziato “importanti carenze organizzative” che hanno screditato l’organismo elettorale.
Le legislative del 28 settembre, le prime organizzate in Guinea da 11 anni, dovrebbero dare al paese un parlamento eletto democraticamente, consentendo così di concludere la fase di transizione politica cominciata nel 2008. – Misna