“Per uscire da questa situazione, non c’è altra soluzione che quella politica. La ribellione dell’M23 non potrà essere sconfitta militarmente”: lo hanno detto a Kinshasa i rappresentanti dei 15 paesi del Consiglio di sicurezza al termine di una visita nella regione dei Grandi Laghi. A Goma, il capoluogo del Nord Kivu, la ricca provincia mineraria teatro di un annoso conflitto, i diplomatici hanno invece messo in guardia tutti i gruppi armati attivi nell’est del Congo.
“L’azione delle Nazioni Unite non è soltanto rivolta contro l’M23 ma contro tutte quelle forze negative che cercheranno di impedire il ritorno della pace e della sicurezza nella regione” ha sottolineato uno dei capi della delegazione, Mohammed Loulichki, ribadendo la “determinazione” e “l’intransigenza” già dimostrata sul terreno dalla brigata di intervento della Missione Onu in Congo (Monusco). Sul posto i rappresentanti del Consiglio di sicurezza hanno visitato la collina delle ‘tre antenne’, riconquistata il mese scorso dall’esercito regolare col sostegno dei caschi blu, e il campo sfollati di Mugunga 3, a una decina di chilometri ad ovest di Goma.
Rivolgendosi ai congolesi e a tutti i paesi della regione dei Grandi Laghi, la delegazione dell’istituzione Onu ha insistito sull’urgenza di attuare l’accordo firmato il 24 febbraio scorso ad Addis Abeba da una decina di Stati africani, unica via percorribile per far avanzare il processo di pace in Nord Kivu. Tuttavia a Kampala (Uganda), dove i colloqui sono ripresi il mese scorso tra i ribelli e le autorità di Kinshasa, la firma della pace sembra ancora lontana. Al centro del dibattito ci sono tre punti sui quali le parti hanno posizioni diametralmente opposte: l’amnistia, l’inserimento dei dirigenti dell’M23 nell’esercito regolare e il loro futuro politico.
Dopo Kinshasa e Goma i rappresentanti del Consiglio di sicurezza hanno fatto una tappa a Kigali, nel confinante Rwanda, accusato di sostegno militare e finanziario alla ribellione congolese dell’M23. Nel contempo, in un’intervista rilasciata alla Bbc, il capo della diplomazia ruandese Louise Mushikiwabo ha definito “ridicole” le accuse in base alle quali Kigali contribuirebbe ad addestrare bambini-soldato inviati a combattere nei ranghi dell’M23. E’ su queste basi che la scorsa settimana gli Stati Uniti hanno annunciato di aver preso “sanzioni” nei confronti dell’alleato ruandese. Dopo una tappa a Kampala, i membri del Consiglio di sicurezza partiranno per Addis Abeba (Etiopia) per confrontarsi con il Consiglio pace e sicurezza dell’Unione Africana. – Misna