Sono 185 le chiese incendiate, oltre 190.000 le persone costrette alla fuga. È il bilancio delle violenze perpetrate da Boko Haram negli ultimi due mesi nella diocesi di Maiduguri, il cui territorio comprende gli Stati della Nigeria settentrionale di Borno, Yobe e alcune aree di quello di Adamawa. Lo rende noto il Direttore delle Comunicazioni Sociali della diocesi, don Gideon Obasogie.
Negli ultimi due mesi 11 città comprese nel territorio della diocesi sono cadute nelle mani di Boko Haram (secondo il Vescovo del luogo, Mons. Oliver Dashe Doeme, la setta islamista controlla in tutto 25 città nel nord della Nigeria, vedi Fides 19/9/2014). “Trenta giorni fa, le comunità cattoliche di Gulak, Shuwa, Michika, Bazza ed altre, sono state saccheggiate dai crudeli attacchi dei terroristi di Boko Haram” afferma il Direttore delle Comunicazioni Sociali.
“Gwoza e Magadali sono sotto il controllo dispotico e tirannico dei terroristi da 60 giorni” sottolinea don Obasogie. “I nostri sacerdoti sono sfollati, mentre i cittadini, che si suppone dovessero celebrare l’indipendenza come nazione libera, invece piangono i loro morti e sono ridotti allo stato di sfollati interni. Dov’è allora la libertà?” si chiede il sacerdote.
Don Obasogie descrive le terribili condizioni nelle quali sono costretti a vivere gli sfollati, accolti nelle abitazioni di parenti e amici (anche 60-70 persone alla volta), oppure in strutture improvvisate a Maiduguri, Mubi, Yola, Uba, Gombe, Biu e Damaturu. Il pensiero degli sfollati va a coloro che non sono riusciti a fuggire, persone anziane o malate ma pure giovani. Le donne sono vittime di violenze sessuali mentre si diffondono le pratiche di decapitare gli ostaggi dei terroristi, come è successo ad un pilota militare che è stato catturato dopo essersi lanciato dal suo aereo abbattuto da Boko Haram l’11 settembre.
Oggi, 7 ottobre, si è aperto a Niamey, capitale del Niger, un vertice regionale per la lotta contro Boko Haram, che sta minacciando anche i Paesi limitrofi, come dimostrato dalla morte di 7 persone nel nord del Camerun, uccise da un razzo sparato dagli integralisti nigeriani. – Ag. Fides