Porre le basi per una nuova cooperazione tra l’Italia e il Ghana in ogni settore, dalla Difesa all’Economia, dalla Politica ai Diritti Civili: questo l’obiettivo dei molti incontri e riunioni che il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino ha avuto ieri nell’ultima giornata della sua visita ad Accra, in Ghana, la prima visita di un ministro degli Esteri italiano da decenni.
Prima di lasciare il paese per raggiungere il Senegal, dove la Bonino è atterrata verso le 14 di oggi, il ministro degli Esteri italiano ha incontrato il vice-presidente ghanese Paa Kwesi Bekoe Amissah-Arthur, con il quale sono state discusse le possibilità di cooperazione economica e di investimenti. Dal settore dell’Oil e Gas – che vede nel gruppo italiano ENI un protagonista di ritorno, attualmente impegnato a discutere col governo di Accra la commercializzazione e la distribuzione del gas individuato nei giacimenti per alimentare una centrale di produzione elettrica – a quello agricolo, passando per quello manifatturiero, i ghanesi hanno espresso la volontà di comprendere e apprendere dal modello di sviluppo italiano.
“C’è molto interesse per il modello delle Cooperative e dei Consorzi, in tutte le molteplici applicazioni a cui entrambi i modelli si prestano” ha detto la ministro Bonino.
Si tratta di modelli che possono essere utilizzati tanto nel settore agricolo – uno dei settori che Accra intende rilanciare anche per fermare l’inurbazione crescente – quanto in quello manifatturiero, industriale o commerciale.
Gli stessi temi economici sono tornati anche nell’incontro col ministro degli Esteri Hannah Tetteh, la quale ha poi puntato l’attenzione su EXPO2015, dove il Ghana parteciperà all’interno del cluster tematico del Cacao.
La posizione moderata del Ghana rispetto alle critiche mosse da altri paesi africani alla Corte Penale Internazionale (CPI) e il dossier Pena di Morte (in Ghana vige una moratoria di fatto da molti anni) sono stati altri due temi nell’agenda dell’incontro.
Denso di spunti anche l’incontro con il ministro della Difesa, Mark Owen Woyongo. Al centro del colloquio è stata la volontà e la necessità di riattivare un accordo di Difesa tra Italia e Ghana, fermo da tempo ma che ora può tornare utile come base giuridica e cornice nella quale inserire le richieste di sostegno in materia di Difesa e Sicurezza avanzate da Accra.
“Dal colloquio sono emersi due elementi di preoccupazione: da un lato la questione della pirateria, sulla quale abbiamo discusso della possibilità di una cooperazione in materia di intelligence, dall’altro le preoccupazioni per il dato regionale della Sicurezza, con una discesa a sud di gruppi ex-Mali e con forte instabilità di altro tipo, come Repubblica Centrafricana, e questione Nigeria. Sono preoccupati che se la situazione in Nigeria continua o si accelera loro saranno i primi a pagarne le conseguenze, quasi prevedendo una sorta di contagio” ha detto la Bonino, riferendo del faccia a faccia.
Le tensioni del Sud Sudan e le relazioni con la Costa d’Avorio hanno completato il quadro dell’incontro. Al termine dei due giorni passati in Ghana il bilancio della delegazione italiana sembra essere positivo: “Sono venute fuori conferme sul fatto che il Ghana possa costituire un punto di riferimento nella regione. Un Hub per tutta l’Africa Occidentale” ha concluso la Bonino.* Massimo Zaurrini – Atlasweb