“La legge è ormai nelle mani dei gruppi armati illegali” e “la vita e la dignità umana non hanno più valore”: lo scrivono i vescovi della Repubblica Centrafricana, rivolgendo un drammatico appello alle autorità di transizione di Bangui e alle potenze mondiali, accusate di non assumersi appieno le proprie responsabilità.
“Mentre il governo e le forze internazionali autorizzate dall’Onu si rilanciano la palla tra loro – si legge in un messaggio della Conferenza episcopale – il popolo continua a morire ogni giorno sotto i colpi dei boia”. I vescovi sottolineano che la crisi cominciata con l’avanzata dei ribelli della Seleka nel dicembre 2012, e acuitasi nei mesi scorsi con la formazione delle milizie ‘Anti-Balaka’, ha raggiunto il suo acme “con una recrudescenza di attività militari e di abusi ai danni della popolazione civile nelle regioni occidentali e nord-orientali della Repubblica Centrafricana”.
Nel messaggio si chiedono interventi urgenti in materia di sicurezza, protezione dei cittadini, aiuti agli sfollati e difesa delle risorse naturali. “Gli assassinii e gli abusi sono compiuti nella totale impunità”, scrivono i vescovi, aggiungendo: “La Repubblica Centrafricana è divenuta una grande prigione a cielo aperto dove la libertà di movimento è negata, proprio come la libertà di parola”.
Nel documento si sottolinea che i gruppi armati, dalla Seleka agli Anti-Balaka e all’Esercito di resistenza del Signore (Lra), continuano a minacciare e uccidere. In qualche caso raggruppandosi, nonostante l’approvazione di risoluzioni dell’Onu che disciplinano l’intervento delle forze internazionali. In questo contesto, sottolineano i vescovi, continuano ad aggravarsi le condizioni di vita di circa 838.000 sfollati interni, mentre i centrafricani fuggiti oltreconfine sono ormai più di 245.000.
La parte finale del messaggio è dedicata al saccheggio e al contrabbando delle risorse nazionali da parte degli stessi protagonisti del conflitto. “Nonostante l’esclusione della Repubblica Centrafricana dal Processo di Kimberley – denunciano i vescovi – i diamanti continuano a raggiungere i mercati internazionali attraverso i paesi vicini. E come altre risorse minerarie alimentano il conflitto e fanno sì che sia versato sangue innocente”. – Misna