08/10/13 – Africa del Nord – Islam: Festa sacrificio, milioni montoni attendono fine

di AFRICA

 

Kamel mostra un quadernetto dove ci sono scritti già parecchi nomi e, accanto, dei numeretti che, spiega, corrispondono ad orari. Kamel è un macellaio che lavora all’Ariana, a nord della grande Tunisi, e, come ogni anno, riempie il suo quaderno con gli appuntamenti che avrà martedì prossimo, giorno dell’Aid, la festa del sacrificio, la più sentita dell’Islam e che viene celebrata con lo sgozzamento di milioni di montoni. L’uomo, che fa il macellaio seguendo la tradizione del padre e prima ancora del nonno, esibisce quasi con orgoglio la piccola sacca di cuoio dove tiene gelosamente custoditi i ferri del mestiere, a cominciare dall’affilato coltello, dalla punta aguzza, che martedì – a partire dalle 7 quando gli imam finiranno di intonare la preghiera dell’Aid – sarà infilato nella gola dei montoni, rivolti verso la Mecca, lasciando poi sgorgare i fiotti di sangue. ”Il mio compenso – dice – è di venti/trenta dinari (tra 9 e 14 euro, ndr). Ma chi fa il mio lavoro nei quartieri più ricchi può racimolare qualcosa in più;. La festa del Sacrificio; che tanto fa inorridire gli animalisti – ricorda quel che Abramo era pronto a fare, uccidere il figlio per obbedire ad un ordine di Allah, per poi sostituirlo, per volere di Dio, con un ariete. Per ogni buon musulmano l’Aid è un atto di fede, ma, come in tutte le feste religiose che si rispettino, grande parte ha acquisito l’aspetto economico. A partire dall’acquisto del montone (almeno 200 euro). Un costo che per molte famiglie, nella crisi che attanaglia i Paesi arabi del Nord Africa, è spesso insostenibile. Ma la tradizione consente loro di aggirare il problema, acquistando in macelleria solo alcune parti dell’animale, a cominciare dalla ricercatissima testa (che si paga circa 3-4 dinari, poco meno di due euro), di cui si cucina tutto: cervello, lingua, orecchie. E per chi non può nemmeno spendere quello, può comprare le interiora, il fegato e il cuore, oppure semplicemente le zampe. L’importante è che sulla tavola ci sia ‘qualcosa’ dell’animale.

Milioni di montoni finiranno mangiati subito dopo la loro fine, perchè la prima grigliata sarà approntata dopo la preghiera dell’Aid, tra le 9 e le 10, con la pietanza chiamata mechwi, seguita, tra le 12 e le 13, dalla klaya. Per finire, la sera, con la ‘salsa zuccherata’, a base di carne, mandorle, pinoli,prugne, banane secche e uva passa.

Ma quest’anno la pace e la solidarietà (tantissima, come da tradizione, con i ‘ricchi’ che doneranno ai poveri la spalla destra del montone) sono messe in ombra dalle decisioni che i governi hanno preso per calmierare il mercato, acquistando centinaia di migliaia di animali soprattutto dalla Spagna, dopo che lo scorso anno erano stati fatti arrivare dalla Romania. Gli allevatori locali si lamentano perchè i montoni ‘made in Spain’ arrivano a prezzi molto bassi, mettendo fuori mercato quelli locali. Va bene fare risparmiare, dicono gli allevatori, ma perchè ci dobbiamo andare di mezzo noi?
* Diego Minuti – (ANSAmed).

 

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