Sono almeno 30 le vittime di scontri armati che stanno contrapponendo nel nord-ovest del Centrafrica combattenti dell’ex coalizione ribelle Seleka, ora al governo, e unità di auto-difesa costituite dopo il colpo di stato di marzo: lo hanno riferito fonti militari, rilanciate da emittenti radio di Bangui.
Secondo la loro ricostruzione, i combattimenti sono in corso da questa notte nei pressi di Garga, un villaggio di minatori situato circa 200 chilometri a nord-ovest di Bangui. Stando alle informazioni disponibili, è possibile che gli scontri siano cominciati a seguito di un’incursione dei gruppi di auto-difesa in una zona controllata dalle nuove autorità.
Il Centrafrica sta attraversando una fase di instabilità politica e violenze diffuse anche ai danni della popolazione civile. A marzo i combattenti di Seleka hanno rovesciato il presidente François Bozizé, insediando alla guida del paese il capo ribelle Michel Djotodja.
La crisi in Centrafrica è stata ieri al centro di un vertice dell’Unione Africana che si è tenuto ad Addis Abeba. I lavori si sono concentrati sulla possibilità di una trasformazione e di un ampliamento della Fomac, una missione di pace coordinata dai paesi dell’Africa centrale. L’ipotesi più quotata prevede un coinvolgimento dell’Unione Africana, della Francia e dell’Onu in modo da garantire l’invio in Centrafrica di 3600 soldati prima di fine anno. – Misna