“Unitevi alla nostra lotta senza quartiere alla corruzione”: è l’appello rivolto alla classe politica e ai cittadini dal presidente Ellen Johnson-Sirleaf, che ha annunciato a sorpresa la destituzione di esponenti chiave della pubblica amministrazione.
A perdere l’incarico di ‘Auditor general’, assegnatoli lo scorso anno, è Robert Kilby, accusato di “conflitto d’interesse”. La Sirleaf ha precisato che Kilby, controllore dei conti dello Stato, “è fallito nel tenere separata la gestione dei suoi affari privati dalle sue responsabilità come capo dell’istituzione in prima fila nel controllo della gestione delle finanze pubbliche, quindi della trasparenza e della lotta alla corruzione”. Con la stessa motivazione la Sirleaf ha destituito il direttore dell’Agenzia dei servizi generali (Gsa), Pearine Davis-Pakinson, che ha approvato contratti che coinvolgono Kilby “in violazione con le leggi e le procedure in vigore”.
Per il loro presunto coinvolgimento in traffici di esseri umani, perdono la loro poltrona altri tre dirigenti pubblici: il direttore dell’Ufficio di controllo delle frontiere Wilson Garpeh, il ministro con delega all’Amministrazione e alla Pubblica sicurezza Freddie Taylor e il commissario con delega dei Servizi dell’immigrazione Robert Budy. Il capo dello Stato ha inoltre precisato che una commissione d’inchiesta istituita dal ministero del Lavoro sta portando avanti le proprie investigazioni per verificare il coinvolgimento di altri funzionari pubblici in crimini riconducibili al traffico di esseri umani e alla corruzione. Nel frattempo è stata decisa la sospensione del ministro con delega ai Lavori pubblici, Victor Smith, indiziato per il mancato rispetto di alcune procedure nella firma di contratti di costruzione con alcune imprese.
Primo capo di Stato donna in Africa eletta nel 2006 e riconfermata nel 2011, la Sirleaf ha fatto della lotta alla corruzione e al nepotismo una delle priorità del suo secondo mandato. A dieci anni dalla fine della guerra civile, che ha mietuto circa 150.000 vittime (250.000 secondo alcune fonti), la Liberia deve fare i conti con la corruzione dilagante ma anche con l’impunità di signori di guerra e miliziani autori delle violenze. – Misna