Nonostante i problemi dell’economia, di sicurezza e di corruzione, il Sud Sudan può diventare “una tigre africana”: lo ha sostenuto il vice-presidente Riek Machar, rilanciando le sue ambizioni politiche nel giorno del secondo anniversario dell’indipendenza del paese.
Del progetto di trasformare il Sud Sudan in uno snodo strategico nel cuore geografico dell’Africa Machar ha raccontato a Radio Miraya, un’emittente delle Nazioni Unite molto seguita a Juba. Nel corso di un’intervista il vice-presidente ha parlato dei giacimenti di petrolio, delle terre coltivabili e delle altre risorse naturali del paese. Poi ha sottolineato di volersi candidare quest’anno alla presidenza del partito di governo, il Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm), e nel 2015 alla presidenza della repubblica. “Il capo dello Stato lo sa” ha detto Machar in riferimento a Salva Kiir, alla guida dell’Splm dal 2005. “Alla gente – ha aggiunto il vice-presidente – vogliamo insegnare l’essenza della democrazia, l’essenza del rinnovamento del partito”.
Di una contrapposizione tra Machar e Kiir si era cominciato a parlare nei mesi scorsi, dopo che il presidente aveva sottratto al suo vice una serie di deleghe. Kiir è un dinka, la comunità del Sud Sudan che ha contribuito di più in termini di vite umane alla lotta contro l’esercito di Khartoum durante la guerra civile combattuta tra il 1983 e il 2005. Machar è invece un nuer, il secondo gruppo del paese per consistenza numerica.
Oggi, in un discorso pronunciato a Juba in occasione dell’anniversario dell’indipendenza, Kiir ha annunciato non meglio precisati cambiamenti nella politica nazionale. Tra i prossimi appuntamenti, ha detto, ci sarà l’inaugurazione ad agosto nella città di Bentiu della prima raffineria di petrolio del Sud Sudan. – Misna