“Speriamo che questi incontri producano risultati positivi per il paese, ne abbiamo davvero bisogno”: padre Dino Miotto, missionario salesiano da anni in Lesotho, parla con la MISNA nel giorno del previsto arrivo a Maseru del presidente sudafricano Jacob Zuma nella veste di mediatore.
Il capo di Stato rappresenta la Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) e ha il compito di favorire un compromesso dopo le denunce di golpe e la crisi esplosa a fine agosto. A Maseru dovrebbe incontrare entrambi i protagonisti politici del conflitto: il primo ministro Thomas Thabane, rientrato in Lesotho dopo aver denunciato un complotto e tuttora protetto da unità della polizia sudafricana, e il suo vice Mothetjoa Matsing, esponente del secondo partito del paese, parte di un governo di unità in crisi ormai da mesi.
Secondo padre Dino, a Maseru le attività economiche vanno avanti normalmente ma è evidente l’assenza nelle strade della polizia. “È un momento buono per i ladri” dice il missionario. Un riferimento, il suo, a una crisi sfociata nell’irruzione di unità dell’esercito in almeno due caserme di polizia in cerca di presunte armi nascoste. Secondo padre Dino, quello tra Thabane e il suo vice è uno scontro per il potere, combattuto dal primo ministro anche con la giustificazione della lotta alla corruzione. Il conflitto ha suscitato allarme, spingendo la società civile e le Chiese a prendere posizione. In un messaggio diffuso il 3 settembre, i vescovi cattolici hanno invitato sia i politici che i rappresentanti delle forze dell’ordine a “non difendere se stessi ma la popolazione e il bene comune”.
L’arrivo di Zuma segue l’annuncio da parte di Thabane della decisione di rinviare una seduta del parlamento prevista il 18 settembre, a differenza di quanto concordato a Pretoria la settimana scorsa. Il nodo sarebbe una mozione di sfiducia che potrebbe essere presentata dal partito del vice-primo ministro, il Lesotho Congress for Democracy (Lcd). Difficile per ora capire se il rinvio sia legato alle indiscrezioni di stampa circa la partecipazione di reparti sudafricani a un’operazione tesa alla cattura di Tlali Kamoli, ex comandante in capo delle Forze armate destituito il mese scorso, poco prima di essere accusato da Thabane di essere uno degli ispiratori del tentativo di golpe. – Misna