Almeno 60 persone sono state uccise in scontri tra milizie di autodifesa locali ed ex ribelli musulmani Seleka nella zona mineraria di Garga, villaggio 250 chilometri a nord-ovest della capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui. Lo hanno riferito fonti ufficiali, precisando che tra le vittime vi sono molti civili, “ammazzati a sangue freddo”. Decine sono i feriti.
La situazione nel paese, poverissimo nonostante le grandi ricchezze minerarie del suo territorio, è sempre più caotica da quando i ribelli Seleka, in marzo, conquistarono la capitale costringendo alla fuga il capo di Stato François Bozizé. Michel Djotodia, presidente di transizione, è riuscito a eliminare gran parte dei miliziani ma non ha pacificato il paese.
In molte località si sono formati gruppi di autodifesa, soprattutto cristiani (dato che la Repubblica Centrafricana è a maggioranza cristiana), che più volte hanno attaccato i ribelli Seleka ma anche i civili musulmani. Da qui le ritorsioni sanguinose degli uomini Seleka, molti originari del Ciad e del Sudan, che attaccano la popolazione civile nei villaggi più isolati uccidendo indiscriminatamente.
Secondo testimoni, a Garga moltissimi abitanti si sono rifugiati nella foresta. “I combattenti Seleka uccidono casa per casa tutti quelli che trovano. È terrore allo stato puro”.
Il presidente Djotodia a più riprese ha chiesto un intervento internazionale rivolgendosi anche, tramite la Francia, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Finora però senza risultato. – Swissinfo