E’ stata presa di mira da attacchi rivendicati dal Mujao, il Movimento per l’unicità e il jihad in Africa Occidentale, la città di Gao, nel sudest del Mali, già occupata dal movimento armato di ispirazione islamica nel 2012.
“Gli attacchi continueranno” ha minacciato il portavoce del Mujao Abu Walid, dato per disperso negli ultimi mesi, riferendosi alla pioggia di proiettili abbattutasi sulla città lunedì e all’esplosione del ponte di Bentia, a 50 chilometri dal confine con il Niger.
Il Mujao, Ansar al Din e Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) avevano preso il controllo di un’ampia fetta di territorio lo scorso anno, prima di essere respinti da un intervento militare a guida francese.
Sebbene non controllino più il territorio, i gruppi armati sono tornati a farsi sentire nelle ultime settimane, poco dopo il processo elettorale che ha ripristinato un quadro istituzionale al Mali. Nei giorni scorsi si era verificato un attacco kamikaze contro la base militare di Timbuctù.
A fine agosto il Mujao aveva annunciato la sua fusione con la brigata dell’algerino Mokhtar Belmokhtar, per non contravvenire alla regola islamica dell’unità della Ummah e con l’ambizioso progetto di unire in un’unica entità tutti i musulmani “dal Nilo all’Atlantico”.
Gruppuscoli residui dei movimenti estremisti sarebbero tuttora basati nel nord del Mali, mentre altri hanno trovato rifugio in altri paesi della regione, come nel sud della Libia. * Celine Camoin – Atlasweb
