E’ rientrata la piccola “crisi” apertasi in una scuola materna privata nella “Città del 6 ottobre”, municipalità del governatorato di Guizeh, dove la direzione dell’istituto aveva stabilito di raccogliere gli alunni cristiani in classi riservate, separandoli dai loro compagni musulmani. Sono stati gli stessi piccoli scolari, con le loro famiglie, a chiedere all’amministrazione scolastica di ritornare sui suoi passi, e di evitare una “apartheid” religiosa che avrebbe separato bambini cristiani e musulmani diventati amici condividendo la vita quotidiana nelle classi. La scuola aveva motivato la decisione in base a criteri logistici e con l’intento di esonerare i fanciulli cristiani dalle lezioni di religione islamica. “Nel sistema scolastico egiziano, e anche nelle scuole cristiane – spiega all’Agenzia Fides Anba Antonios Aziz Mina, Vescovo copto cattolico di Guizeh – questi problemi non esistono: i ragazzi e le ragazze, cristiani e musulmani, condividono le stessa classi, e seguono separatamente solo le lezioni di religione. Il mio sogno, che riconosco essere un po’ utopico, sarebbe di arrivare un giorno a fare lezioni di religione in comune, che spieghino ai ragazzi i contenuti elementari del cristianesimo, dell’Islam e dell’ebraismo, legati dalla comune radice abramitica”. – Ag. Fides