Durante la quarta edizione biennale del Forum dei Paesi membri dell’Iniziativa del bacino del Nilo (Nbi) in corso in questi giorni a Nairobi, in Kenya, il governo della Tanzania ha ratificato il Comprehensive Framework Agreement (Cfa) del 2010 noto anche come Accordo di Entebbe, che prevede una diversa distribuzione delle quote d’acqua tra gli 11 Stati del bacino del Nilo.
L’Accordo di Entebbe, che dev’essere ora ratificato dal Parlamento tanzaniano, sostituisce un precedente accordo risalente al 1959 che assegnava più dei due terzi dell’intera portata d’acqua del Nilo all’Egitto, che non ne riconosce la validità e sta boicottando l’incontro.
Da mesi l’Egitto è al centro di una disputa con l’Etiopia in merito alla portata d’acqua del fiume Nilo, contestando la realizzazione da parte del governo di Addis Abeba di una diga sul corso del Nilo Azzurro, la Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd).
Per trovare una soluzione Egitto, Etiopia e Sudan si sono accordati sulla creazione di una commissione tripartita che si occupi di redigere uno studio d’impatto ambientale e sociale sulle conseguenze derivanti dal progetto della Gerd.
La ratifica a Nairobi da parte della Tanzania dell’Accordo di Entebbe – che è già stato ratificato anche da Etiopia e Rwanda – consentirà, secondo quel che riportano diversi media, di trasformare l’Nbi in una vera e propria Commissione inter-statale, in grado di stabilire in modo più efficace le procedure sulla determinazione delle quote d’acqua spettanti a ciascun paese. * Michele Vollaro – Atlasweb