Uno sciopero di tre giorni che sarà prorogato “fin quando le nostre richieste non saranno accolte”: intendono tenere duro i 1500 lavoratori ciadiani del consorzio cinese che li impiega nel bacino di Bongor, a sud-ovest di N’Djamena. I sindacati dei dipendenti delle società Great Wall Drelling Corporation e China National Logging Corporation denunciano il mancato interesse della direzione nei confronti delle richieste dei lavoratori, sul tavolo dallo scorso anno. Tra queste un aumento salariale del 200% e il pagamento del premio per il rischio nelle attività di prospezione svolte nel bacino petrolifero.
“La società ha proposto un aumento del 2% che ovviamente non abbiamo accettato. Per quanto riguarda le nostre altre richieste non abbiamo avuto alcuna risposta” ha sottolineato Lagmet Harge, responsabile del sindacato dei lavoratori del consorzio, denunciando “i responsabili della società che hanno inviato lettere minatorie ai colleghi che si rifiutano di tornare al lavoro”. Ma, ha avvertito il dirigente sindacale, “non cederemo di fronte a questa minaccia”. Due mesi fa i dipendenti del settore petrolifero dal bacino di Bongor e della regione di Logono hanno osservato uno sciopero dopo il rifiuto della aziende di autorizzare la creazione di centrali sindacali e di aprire negoziati.
Lo scorso anno è stato il governo di N’Djamena ad entrare in conflitto con la Compagnia petrolifera pubblica cinese, attiva nell’ex colonia francese dal 2009. Nell’agosto 2013 ha sospeso le attività di sfruttamento del greggio nel sud del paese della filiale ciadiana della Cnpc accusata di “violazioni flagranti delle norme ambientali”. Quattro dirigenti dell’azienda di Pechino sono stati costretti a lasciare il Ciad. Al termine delle trattative i vertici della compagnia cinese si sono impegnati a attuare tutte le richieste delle autorità e a rispettare le leggi vigenti per “una migliore cooperazione tra le due parti”.
E’ dal 2003 che il Ciad è entrato nella cerchia dei paesi produttori di oro nero, ma finora le entrate petrolifere non hanno consentito di migliorare in modo significativo le condizioni di vita della maggioranza della popolazione. Secondo dati ufficiali, nel 2011 la produzione ha raggiunto i 120.000 barili al giorno. – Misna