Un filo di perle al collo, i capelli raccolti in uno chignon: sono i due elementi distintivi ripresi in tutti i ritratti e vignette satiriche, di Louisa Hanoune, unico candidato donna alle elezioni del 17 aprile e prima aspirante al soglio presidenziale in assoluto nel mondo arabo. Sulla sessantina, leader del movimento dei lavoratori, Hanoune ha costruito la sua campagna su due richieste di fondo: Audacia e Seconda Repubblica. “Dopo 52 anni di indipendenza dobbiamo avere il coraggio di finirla con il sistema del partito unico, che priva il popolo della sua sovranità” afferma questa donna che si definisce “nazionalista” e “comunista”, spesso descritta come la ‘Chavez dell’Algeria’ o la ‘dama di ferro’.
“Farò meglio di lui – ha detto nel corso della campagna stampa, riferendosi al defunto presidente venezuelano – che ha avuto il coraggio di strappare il suo paese dalle grinfie del Fondo monetario Internazionale (Fmi) e della Banca mondiale, ma non è riuscito a cancellare il debito”.
Hanoune chiede agli algerini “di avere il coraggio di tassare i più ricchi, sospendere gli Accordi di associazione con l’Unione Europea, accedere all’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) e ritirarsi dalla Arab Free trade Area”. Passi necessari, a suo avviso , per rilanciare l’economia nazionale e creare nuovi posti di lavoro per i giovani.
Oratrice carismatica, la leader del partito dei Lavoratori, è diventata il volto della battaglia civile contro il Codice di Famiglia del 1984, tutt’ora in vigore, che relega le donne algerine a cittadini di seconda categoria. A differenza di altre femministe tuttavia, Hanoune non è considerata parte della élite di intellettuali occidentalizzati, spesso lontani dalle classi popolari.
Laureata in legge all’Università di Annaba, Hanoune tiene i suoi discorsi in arabo, mai in francese, alternando la lingua classica al dialetto, per farsi comprendere dalla gente comune. Alle elezioni del 2009 – in cui era assente Ali Benflis, considerato il principale sfidante del presidente Abdelaziz Bouteflika al prossimo voto – Hanoune arrivò seconda con il 4,2% delle preferenze, a fronte di una contestatissima vittoria del presidente, con il 90,2% dei consensi. – Misna