Uomini armati fedeli al deposto Presidente François Bozizé avrebbero attaccato 4 villaggi nei pressi di Bossangoa nel centro-ovest della Repubblica Centrafricana. Lo affermano fonti del governo di Bangui, secondo le quali nei combattimenti, che risalgono al 7 settembre, sono morti 5 soldati e diversi civili. Bozizé, che è originato della zona, è stato costretto a cedere il potere a marzo quando la coalizione ribelle Seleka ha conquistato la capitale Bangui. Al suo posto si è insediato il leader di Seleka, Michel Djotodia.
“Non siamo sicuri che siano uomini legati da Bozizé perché le notizie che abbiamo sono frammentarie” dice all’Agenzia Fides P. Aurelio Gazzera, missionario carmelitano, che si trova a Bozoum, circa 120 km dalla zona interessata dagli scontri. “Non escludo che siano stati gli uomini di Bozizé ad attaccare ma potrebbe essere l’opera di altri gruppi armati che qui non mancano” dice il missionario.
P. Gazzera riferisce inoltre della visita effettuata il 4 e il 5 settembre da Mons. Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, Presidente della Conferenza Episcopale, e Presidente della Caritas centrafricana, a Bohong, un villaggio dove a partire dal 16 agosto una serie di scontri hanno causato almeno una trentina di morti, e la distruzione di oltre 2.000 case, bruciate per impedire alla popolazione di restare. Parte della popolazione è fuggita a Bouar (a 80 km di distanza) e altri abitanti sono rimasti nei campi intorno a Bohong.
“La visita di Mons. Nzapalainga, è stato molto importante: per l’incoraggiamento e il sollievo portato alla popolazione ma anche come denuncia di quello che sta succedendo” dice il missionario.
“Quello che preoccupa è la frattura che si è creata tra la comunità musulmana e gli altri: nessuna casa di musulmani è stata bruciata… Inoltre alcuni giovani del posto hanno indicato ai ribelli le case di uno o dell’altro, il dispensario, l’ospedale…Ci vorrà molto tempo per ricostruire, ma molto più tempo per ricreare una convivenza serena…” conclude il missionario.
Un tentativo di riconciliazione è effettuato dalla Comunità di Sant’Egidio che nella sua sede romana ha riunito nei giorni scorsi delegati della Repubblica Centrafricana in rappresentanza del Governo, del Consiglio Nazionale di Transizione, della società civile e delle varie comunità e confessioni religiose del Paese per lavorare al processo di riconciliazione nazionale.
Secondo un comunicato inviato a Fides questo pomeriggio (9 settembre) verrà firmato siglato l’ “Appello di Roma per il Centrafrica”, e al ritorno a Bangui verrà sottoposto al Presidente Michel Djotodia e al Primo Ministro Nicolas Ntiangaye, un Patto Repubblicano per la Transizione, redatto dai delegati durante i lavori con la Comunità di Sant’Egidio. – Ag. Fides