Il primo ministro prelevato da uomini armati mentre si trovava in un hotel di Tripoli. L’azione rivendicata dalla ‘Camera dei rivoluzionari di Libia’: ”Ha autorizzato il blitz Usa che ha portato alla cattura di un terrorista”. Direttore Aise a Copasir: ”Frantumazione rischia di far saltare gli equilibri”. L’analista Paniccia: ”Semi-golpe su cui deve riflettere anche l’Europa”. Ali Zeidan, l’anti-Gheddafi da un anno alla guida del governo.
Rapito e rilasciato dopo alcune ore. E’ giallo su quanto accaduto al primo ministro libico Ali Zeidan, prelevato all’alba di giovedì dall’hotel Corinthia dove risiede a Tripoli da un gruppo di uomini armati per essere portato in un luogo sconosciuto e poi consegnato, dopo una mattinata di accuse e smentite, alla sicurezza dell’ufficio del presidente del Congresso nazionale libico.
Il breve rapimento è stato il frutto di “rivalità politiche interne che non compromettono la sicurezza del Paese” ha detto lo stesso Zeidan, in un discorso pronunciato presso la sede del governo poche ore dopo il suo rilascio. “Gli enti responsabili continuano a fare il loro lavoro per garantire la sicurezza dei cittadini e degli stranieri”, ha assicurato il premier, citato dall’agenzia ufficiale Lana.
Zeidan non ha fornito ulteriori dettagli sulle circostanze del suo rapimento e del suo rilascio, ma ha ringraziato “polizia, esercito e i veri rivoluzionari” che hanno contribuito alla sua liberazione e ha chiesto a tutti i libici di evitare una escalation di violenza.
Il portavoce del governo di Tripoli Mohamed Yehia Kaabar ha precisato che Zeidan non è stato rilasciato su iniziativa dei suoi rapitori che come spiegato dall’agenzia di stampa Lana ad Aki – Adnkronos International stavano indagando sul premier dal 9 giugno. Kaabar non ha però voluto chiarire come Zeidan sia stato liberato, né se sia stato necessario l’uso della forza. Intanto fonti ben informate hanno detto all’agenzia di stampa Anadolu che il presidente del Congresso nazionale libico Nouri Abu Sahmin ha svolto un ruolo determinante per il rilascio di Zeidan.
Il ministro della Giustizia Salah al-Merghany ha dichiarato che gli autori del sequestro saranno puniti in base a quanto prevede la legge libica.
Il rapimento è stato rivendicato da un gruppo di ex ribelli libici legato alla maggioranza islamica in Parlamento, conosciuto come la ‘Camera dei rivoluzionari di Libia’, che ha definito l’azione un “arresto” legato alla cattura, da parte degli Usa, di Abu Anas al-Libi, ritenuto uno dei leader di al-Qaeda. “L’arresto – ha infatti precisato il portavoce del gruppo citato da ‘al-Arabiya’ – arriva dopo il comunicato di John Kerry (il segretario di Stato Usa, ndr), il quale ha affermato che il governo libico era stato messo al corrente dell’operazione” che sabato a Tripoli ha portato alla cattura di Nazih Al Ruqai – meglio noto come Abu Anas al-Libi – ritenuto la “mente” degli attentati dell’estate 1998 contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania, che causarono oltre 220 morti.
Ad autorizzare l’arresto sarebbe stato il governo, da cui il braccio armato dipende. Sulla loro pagina Facebook, gli ex ribelli hanno spiegato infatti che Zeidan ”è stato arrestato in base a quanto prevede il Codice penale libico su mandato del pubblico ministero”. Il gruppo ha quindi aggiunto di essere in stato di massima allerta ”per via del peggioramento della sicurezza e i danni alla sovranità del Paese commessi da organizzazioni di intelligence straniere”.
Non si è fatta attendere, però, la presa di posizione ufficiale dell’ufficio del procuratore generale di Tripoli, che ha smentito di aver emesso un mandato di cattura per Zeidan. In un comunicato ufficiale, inoltre, la Procura ha condannato quello che ha definito il ”rapimento” del premier libico, spiegando che i responsabili dovranno essere puniti in base a quanto prevede la legge.
Su Internet è stata anche diffusa una fotografia del blitz: l’immagine mostra il premier senza occhiali e con una camicia marrone semiaperta, tenuto sotto braccio da due persone in borghese.
La situazione ha preoccupato tutta la comunità internazionale e l’immediato rilascio del premier libico era stato chiesto dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen che ha definito “importantissimi la stabilità e lo stato di diritto” del Paese.
Apprensione anche in Italia dove il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha presieduto una riunione con il vice presidente e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, i ministri degli Affari Esteri, Emma Bonino, e della Difesa, Mario Mauro, e i sottosegretari Filippo Patroni Griffi e Marco Minniti. Nell’esprimere compiacimento per il rilascio del primo ministro Ali Zeidan, è stata ribadita – si legge in una nota di Palazzo Chigi – la ferma richiesta del governo italiano di un pronto ristabilimento della legalità nel Paese e dell’avvio di un’effettiva azione di dialogo tra le diverse componenti della società libica. L’Italia, in stretto raccordo con i propri partner europei e internazionali, intende fornire il proprio forte sostegno a iniziative volte a favorire la riconciliazione nazionale al fine di ripristinare al più presto condizioni di vita sicure per la popolazione e in grado di consentire la piena ripresa delle attività economiche con particolare riguardo al settore energetico.
Il governo continuerà a seguire con la massima attenzione gli sviluppi della situazione anche sotto il profilo del necessario monitoraggio delle condizioni di sicurezza dei nostri connazionali. Da parte sua, il ministero della Difesa è impegnato a rafforzare il dispositivo di controllo della navigazione nel Mediterraneo.
A quanto apprende l’Adnkronos, in questa situazione di caos totale, non partirà come previsto questa settimana l’addestramento italiano delle forze libiche. E’ stato deciso per il momento di rinviare l’avvio della formazione, che in una prima fase avrebbe dovuto riguardare 400 reclute.
Il primo ministro britannico David Cameron ha parlato telefonicamente con Ali Zeidan ed ha promesso di sostenere la Libia. Lo ha riferito il portavoce di Cameron, precisando che Zeidan era “tranquillo e molto misurato”. “Hanno parlato – ha aggiunto il portavoce – di come il Regno Unito continuerà a sostenere il governo e la popolazione libici durante questa difficile transizione”. – Adnkronos/