1963. Pubblicazione dell’enciclica di Giovanni XXIII «sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà». Al centro vi è l’esortazione al disarmo, quello nucleare in primo luogo; ma un altro dei «segni dei tempi» che papa Roncalli tiene ben presente è l’affacciarsi dei popoli, da protagonisti, alla ribalta della storia, come testimoniava anche la stagione delle recenti indipendenze africane.
«Gli esseri umani, in tutti i Paesi e in tutti i continenti, o sono cittadini di uno Stato autonomo e indipendente, o stanno per esserlo; nessuno ama sentirsi suddito di poteri politici provenienti dal di fuori della propria comunità umana o gruppo etnico. In moltissimi esseri umani si va così dissolvendo il complesso di inferiorità protrattosi per secoli e millenni; […] è diffusa assai largamente la convinzione che tutti gli uomini sono uguali per dignità naturale. Per cui le discriminazioni razziali non trovano più alcuna giustificazione, almeno sul piano della ragione e della dottrina; ciò rappresenta una pietra miliare sulla via che conduce all’instaurazione della convivenza umana». (Pacem in terris, n. 24)