Accusato di ribellione e attentato alla sicurezza dello Stato, l’ex ‘numero due’ dei servizi segreti congolesi, Marcel Ntsourou, è stato condannato ai lavori forzati a vita: così ha deciso oggi la sezione penale della Corte d’appello di Brazzaville nei confronti dell’ex colonnello processato – insieme ad altre 113 persone – anche per detenzione illegale di armi da guerra e munizioni e aggressione e associazione per delinquere.
Ntsourou, 57 anni, era stato arrestato il 16 dicembre 2013 nella sua abitazione nel pieno centro di Brazzaville dopo un assalto e scontri durati due giorni tra i suoi miliziani e l’esercito con un bilancio finale di 22 morti.
Ntsourou è stato già protagonista di due gravi casi di cronaca da cui è uscito con un proscioglimento e una condanna. Nel 2005 era stato assolto nel processo per il caso degli “Scomparsi del Beach”, almeno 350 persone rifugiate nella vicina Repubblica democratica del Congo che scomparvero misteriosamente nel 1999 dopo essere rientrate a Brazzaville a bordo di una nave proveniente da Kinshasa.
Lo scorso anno Ntsourou era stato liberato dopo un anno e mezzo di detenzione preventiva, sebbene con una condanna a cinque anni di lavori forzati con la condizionale perché riconosciuto colpevole delle esplosioni avvenute al campo militare di Mpila, nel marzo 2012, che provocarono 300 morti, 2300 feriti e migliaia di sfollati. In passato l’ufficiale dell’etnia Téké è stato strettamente legato al presidente Denis Sassou-Nguesso, che ha sostenuto durante la guerra civile nel 1997. – Misna