11/11/13 – Costa d’Avorio – In attesa del processo Gbagbo rimane all’Aia

di AFRICA

 

“Nonostante il miglioramento della situazione dal punto di vista della sicurezza in Costa d’Avorio, la detenzione di Gbagbo è ancora necessaria per garantire la sua comparizione dinanzi alla Corte e assicurarci che non ostacoli l’inchiesta o la procedura giudiziaria”: è con questa motivazione contenuta in un comunicato che la Corte penale internazionale (Cpi) ha confermato la detenzione presso il carcere dell’Aia dell’ex presidente Laurent Gbagbo. Arrestato nell’aprile 2011 ad Abidjan dopo una crisi elettorale costata la vita a 3000 persone, l’ex capo di stato ivoriano è stato trasferito all’Aia nel novembre di due anni fa con l’accusa di presunti crimini contro l’umanità. Da allora è la quinta volta che la Cpi si pronuncia a favore del suo mantenimento in stato di detenzione. Il regolamento della corte internazionale stabilisce che la questione della detenzione di un sospetto venga esaminata almeno ogni 120 giorni.

I difensori di Gbagbo hanno argomento che il deteriorarsi delle condizioni di salute del loro cliente giustifica una sua scarcerazione provvisoria a determinate condizioni. Oggi i giudici hanno annunciato che si pronunceranno il 2 dicembre sulla valutazione delle condizioni di salute dell’ex presidente 68enne e sulle eventuali misure da adottare.

Lo scorso giugno la camera preliminare della Corte ha decretato di aver bisogno di ulteriori elementi di prova per decidere dell’apertura o meno di un processo a carico di Gbgabo sul suo presunto coinvolgimento nelle violenze che hanno dilaniato la Costa d’Avorio tra dicembre 2010 e aprile 2011. Da allora l’accusa ha presentato 1822 nuovi elementi di prova e oggi l’avvocato dell’ex capo di Stato, Emanuel Altit, ha chiesto alla Cpi di rinviare le prossime procedure previste per avere più tempo a disposizione per esaminare le migliaia di pagine aggiunte al fascicolo.

In relazione alla crisi elettorale di due anni fa, la Cpi ha spiccato altri due mandati di cattura internazionale: uno a carico della moglie dell’ex presidente, Simone Gbagbo, e l’altro contro l’ex ministro Charle Blé Goudé, leader dei Giovani Patrioti pro-Gbagbo. I due sono detenuti in Costa d’Avorio e finora le autorità locali si sono rifiutate di procedere alla loro estradizione. – Misna

 

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