Da Betlemme verso il Sinai, passando per Gaza e giungendo all’antica città di Farma, considerata la ”Porta dell’Egitto” perché sulla via carovaniera che collegava l’antica terra dei Faraoni con la Siria e la Palestina. Da Bastah, nei pressi dell’attuale città di Zagazig, a Samanud e Sakha (situata tra Damietta e Rosetta). Da Wadi Natrun a Mataryah, nei sobborghi del Cairo, e a Haret Zuwaila, per poi cercare rifugio nella fortezza di Babilonia (nell’antica Cairo).
Infine Maadi, alla periferia meridionale dell’attuale capitale egiziana, per imbarcarsi in direzione all’Alto Egitto e fermarsi a Manf, Bahnasa, Samalut (Gebel El Teir), El Ashrnunain, Deir (monastero) Al Muharraq e Assiut (Deir el Athraé e Deir Dronka).
E’ il lungo viaggio compiuto dalla Sacra Famiglia in Egitto secondo le fonti storiche della Chiesa copta ortodossa. Ora questo lungo percorso, o meglio parte di esso, diventa un itinerario turistico che il ministero del Turismo, insieme al patriarcato copto ortodosso hanno scelto di promuovere insieme.
Non è la prima volta che le autorità egiziane cercano di promuovere l’Egitto cristiano quale valida opzione fra le mete più classiche da poter scegliere. Già nel 1999, infatti, sotto il regime di Hosni Mubarak, si era tentata una simile operazione, senza però riscuotere il successo atteso. E’ però la prima volta che il ministero del Turismo, guidato da Hisham Zaazou, ci mette la faccia e i mezzi. ”Grazie a questa iniziativa – afferma il ministro – contiamo di rilanciare il tessuto economico di aree tradizionalmente tagliate fuori dai circuiti classici e di promuovere un turismo più consapevole”.
Si tratta, avverte, soltanto dell’inizio”. A differenza di quelle cattoliche (il solo Vangelo di Matteo) le fonti copte – in particolare il memoriale in cui il ventitreesimo patriarca di Alessandria, Teofilo (384-412) racconta la rivelazione che la Vergine, apparsagli in sogno, gli avrebbe fatto sulla via percorsa dalla Famiglia in Egitto per sfuggire al massacro di bambini ordinato da Erode allo scopo di uccidere Gesù (la ”strage degli innocenti”) – sono piuttosto chiare in merito alle varie tappe. Da questo nuovo itinerario, legato ai luoghi dove sorsero chiese, santuari e monasteri, il governo Mahlab si attende un numero di arrivi di circa 500 mila visitatori l’anno. Questo almeno l’auspicio. ”Un flusso imponente di visitatori locali già esiste”, commenta all’ANSA padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica in Egitto. Sono migliaia i fedeli copti che ogni anno in particolare durante le festività più importanti visitano questi luoghi. ”La vera sfida – fa notare – è fare arrivare i pellegrini dall’estero. Ed è soltanto con il coinvolgimento dei cattolici in questa iniziativa – sia egiziani che stranieri – che potrà aumentare il flusso di visitatori”.
Il problema principale resta comunque la sicurezza. Malgrado i continui attacchi terroristici in Sinai e al Cairo come in altre zone del Paese, rassicura il sacerdote, pur senza nascondere la difficoltà del momento, ”la situazione è migliorata rispetto al passato, ”sia sul piano della sicurezza che in merito al clima che si respira”. * Cristiana Missori (ANSAmed).