Non si sbloccano i negoziati in corso ad Addis Abeba tra le delegazioni del governo di Juba ed i ribelli sud-sudanesi raccoltisi intorno alla figura dell’ex vice-presidente Riek Machar, che hanno minacciato anzi di lasciare il tavolo delle trattative qualora non si trovi una soluzione immediata sul tema dei prigionieri politici ancora detenuti a Juba e sul rimpatrio delle truppe ugandesi.
Prevista inizialmente per oggi, la ripresa dei colloqui dopo la firma di un precario cessate-il-fuoco lo scorso 23 gennaio resta ancora incerta. Ieri sera, infatti, un portavoce delle delegazione di Machar ha dichiarato che non avrebbero partecipato al sessione negoziali finché i quattro uomini politici ancora detenuti a Juba non saranno rilasciati e l’esercito ugandese che combatte accanto alle truppe sud-sudanesi leali al presidente Salva Kiir avrebbe lasciato il paese.
Allo stesso tempo, tuttavia il capo dei mediatori per conto dell’Organizzazione intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), Seyoum Mesfin, ha dichiarato che i colloqui diretti tra le due parti sarebbero ripresi regolarmente stamattina.
Un portavoce del governo sud-sudanese ha invece sostenuto che la ripresa dei negoziati sarebbe prevista per oggi pomeriggio.
Ai colloqui, che dovrebbero portare al raggiungimento di un accordo politico per mettere fine alla crisi cominciata lo scorso 15 dicembre e che avrebbero causato già diverso decine di migliaia di vittime e almeno un milione di sfollati, è prevista anche la partecipazione dei sette ex-detenuti politici che erano stati liberati dal governo di Juba poco dopo la firma del cessate-il-fuoco come segno di buona volontà nei confronti di Machar.
Preoccupazione è stata in ogni caso espressa dai rappresentati degli Stati Uniti e della Cina per le continue violazioni all’accordo di cessate-il-fuoco. * Michele Vollaro – Atlasweb