Esperti delle Nazioni Unite hanno rinvenuto in Sud Sudan sotto-munizioni o resti di bombe a grappolo verosimilmente utilizzate durante il conflitto armato cominciato a dicembre: lo ha annunciato oggi il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
In una nota pubblicata sul sito delle Nazioni Unite si riferisce che parti degli ordigni sono state rinvenute la settimana scorsa lungo la strada che collega la capitale Juba a Bor, il capoluogo della regione orientale di Jonglei. Nel testo non si precisa se sia stato possibile accertare quale delle parti in lotta abbia fatto utilizzo delle bombe.
La ricerca di questi e altri ordigni inesplosi è affidata ai tecnici del Servizio dell’Onu per lo sminamento (Unmas). Il loro lavoro proseguirà nei prossimi giorni a Bor e a Bentiu, entrambe città teatro di combattimenti tra le forze fedeli al presidente Salva Kiir e i ribelli legati al suo ex vice Riek Machar.
Note anche come il nome inglese “cluster bomb”, le bombe a grappolo sono particolarmente letali. Gli ordigni si aprono all’impatto con il suolo, lanciando a raggiera schegge e proiettili che se non esplodono subito restano comunque pericolosi a lungo.
Sempre oggi, Ban Ki-moon ha sottolineato “l’importanza di un dialogo politico nazionale” che consenta di riportare la pace in Sud Sudan. Dichiarazioni, queste, giunte all’indomani di una ripresa ad Addis Abeba di colloqui di pace che il 23 gennaio avevano portato a un primo accordo di cessate-il-fuoco. – Misna