I lavoratori dell’unica raffineria dell’Africa orientale, a Mombasa, sull’Oceano Indiano, hanno sbarrato l’ingresso e iniziato uno sciopero a oltranza per protestare contro l’ipotesi di chiusura della struttura. Circa 500 lavoratori, sostenuti dagli abitanti della zona – riporta la stampa locale – si sono asserragliati davanti all’entrata della Kenya Petroleum Refinery Ltd (Kprl) e minacciano di non tornare al lavoro fino a quando il governo di Nairobi non si assumerà ufficialmente l’impegno a mantenere aperta la raffineria.
Gestita dalla compagnia Indian Essar Energy, che ne condivide la proprietà con le autorità keniane, la raffineria è in funzione da 50 anni. I distributori di carburante del paese, tuttavia, lamentano la cattiva qualità dei suoi prodotti e chiedono che venga chiusa, per potersi rifornire da altre e più competitive raffinerie all’estero.
La lavorazione giornaliera – a causa della mancanza di mercato – è passata da 4500 tonnellate di greggio (circa 32.000 barili) a 2500 circa.
Di recente la Commissione per la regolamentazione dell’Energia sta valutando l’ipotesi di riconvertire l’intero complesso e, nel caso in cui i costi fossero troppo alti, chiudere l’impianto e utilizzarlo per lo stoccaggio di materiali.
A parte il turismo, principale voce dell’economia della zona, la provincia costiera del Kenya resta una delle meno sviluppate del paese, con alti tassi di disoccupazione giovanile. – Misna
