Trentuno morti e 29 feriti. È questo il bilancio dell’assalto compiuto da un gruppo di uomini armati nel villaggio di Mutarule, nella Piana di Ruzizi, nel sud Kivu (nell’est della Repubblica Democratica del Congo), avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 giugno.
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides da alcuni missionari, l’assalto è durato dalle 23 del 6 giugno alle 2 del mattino del 7. Sono stati presi di mira un centro di culto della comunità cristiana denominata “8e CEPAC”, i cui membri erano ancora riuniti in assemblea, e il centro ospedaliero gestito dalla stessa comunità. Le vittime sono 8 uomini , 8 bambini e 14 donne, più un militare. Tra le vittime c’è un attivista per la difesa dei diritti umani, Akili Bigama, che si era recato appositamente a Mutarule per un incontro con la popolazione locale, ed era probabilmente il bersaglio dell’assalto.
L’organizzazione alla quale apparteneva l’uomo, “Association contre le mal et pour l’encadrement de la jeunesse”, ha inviato un comunicato a Fides nel quale si raccomanda di rifiutare letture “frettolose” del massacro, derivante da uno scontro fondiario tra due etnie. Secondo il comunicato invece, gli autori sono ribelli burundesi da tempo presenti nell’area, che avrebbero agito sullo sfondo di una rivalità tra alcuni politici locali.
La società civile locale denuncia inoltre l’inattività delle forze di sicurezza congolesi, che erano presenti nelle vicinanze del luogo del massacro, ma non sono intervenute per fermarlo. (L.M.) – Ag. Fides