12/07/13 – Egitto – Amb.Helmy, non e’ golpe. Militari difendono idee gente

di AFRICA

 

”Quel che sta accadendo in Egitto in queste settimane non e’ frutto di un golpe militare ma e’ la diretta conseguenza di quanto chiedevano i circa 30 milioni di egiziani scesi in piazza il 30 giugno, ovvero la caduta di Morsi. L’Occidente e i media occidentali si ostinano a voler vedere unicamente due forze in campo: i militari da un lato e, la Fratellanza dall’altro, ignorando la terza variabile, cioè il popolo. Certo, oltreoceano, ma anche nel Vecchio continente, nessuno se lo aspettava e ora, nessuno sa che pesci prendere”. E’ quanto sostiene l’ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, che in una intervista all’ANSA cerca di mettere i puntini sulle ”i”, ribadendo che quello in scena in Egitto ”non e’ colpo di mano dell’esercito”. La gente, si sfoga Helmy, ”si e’ ribellata a un anno di malgoverno, al tentativo di cancellare le liberta’, i diritti delle donne, dei copti, dei musulmani moderati, in una parola, al tentativo di annullare l’identita’ culturale del Paese”.

Ragioni sufficienti per defenestrare un leader e il suo entourage usciti dalle urne. ”Nel caso egiziano – replica il diplomatico – non si poteva aspettare quattro anni di mandato e assistere alla distruzione totale del Paese”. L’esercito, ribadisce, e’ intervenuto a sostegno del popolo e per garantire la stabilita’ e la sicurezza del Paese e per il mantenimento dell’ordine e delle leggi”. E allora perche’ rinchiudere in carcere alcuni pezzi grossi della Fratellanza? ”Prima di tutto, bisognava proteggerli dalla rabbia della gente e tutelare la loro stessa incolumita’. Come quella di Morsi”, risponde. ”Secondariamente, alcuni esponenti dei Fratelli musulmani hanno istigato all’odio e alla violenza e a compiere atti terroristici, incitando le piazze. Sono accusati di sovversione dell’ordine sociale violando le leggi dello Stato”.

Nel caso dell’ex rais, dice, si sta verificando la sua posizione, anche in merito a come sia riuscito a uscire dal carcere durante i momenti piu’ concitati della rivoluzione del gennaio 2011. La stampa mondiale, aggiunge Helmy, non ha capito quanto accaduto. ”Quel che e’ successo in Egitto non piace ad alcuni circoli – sostiene – perche’ il progetto di modificare gli equilibri dell’intera regione sono falliti”. Alcuni circoli di potere, prosegue, non sono affatto contenti di quanto sta accadendo e stanno tentando di minare quanto accaduto tentando di fare passare l’idea del golpe. Una visione piccola e limitata”.

Per ora, si guarda alle prossime ore. ”Entro 36, massimo 48 ore, dovremmo avere un nuovo governo dove tutti sono stati invitati a dare il loro contributo. Anche la Fratellanza”. Se i suoi componenti dovessero rimanere arroccati sulle proprie posizioni, non partecipando al nuovo esecutivo, avverte Helmy, si andra’ avanti lo stesso. La road map tracciata e’ chiara. E oggi, oltre alla volonta’ del popolo c’e’ una opposizione piu’ matura”, conclude Helmy.  – ANSAmed

 

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