“La traiettoria di crescita delle economie emergenti ha cominciato a segnare il passo nel secondo quarto del 2013” a scriverlo è la Banca Africana di Sviluppo (African Development Bank, AfDB) nel suo rapporto di revisione statistica sul rapporto tra “l’Africa e le Tendenze economiche globali”.
Secondo il documento il rallentamento della crescita di molti paesi africani è legato a una varietà di fattori: “In alcuni casi le carenze infrastrutturali causano un vero e proprio collo di bottiglia in alcune economie. In altri a rallentare le prestazioni contribuiscono la crescita più bassa della domanda esterna, il calo dei prezzi dei beni di base, le preoccupazioni per la stabilità finanziaria e, in alcuni casi, lo scarso sostegno del mondo politico”.
Dopo aver passato in rassegna il rallentamento delle economie di Cina, America Latina, e India, il documento sottolinea come queste prestazioni “ammorbidiranno la domanda di materie prime esportate dall’Africa, anche se le prospettive a breve termine restano comunque positive”.
Tuttavia, e soprattutto grazie a una robusta domanda interna, “l’Africa – si legge ancora nel rapporto – è una delle poche regioni del mondo ad aver registrato un aumento degli investimenti stranieri diretti (FDI) nel 2012, saliti del 5% e attestatisi a quota 50 miliardi di dollari”.
Secondo i dati dell’AfDB questo è dovuto, in parte, ai crescenti investimenti di aziende internazionali con sede negli stati emergenti dell’Asia: Malesia, Cina e India.
Il rapporto evidenzia un aumento degli investimenti stranieri nel settore manifatturiero dedicato ai consumatori e nei servizi.* Ernesto Sii – Atlasweb