Il presidente della Repubblica algerino Abdelaziz Bouteflika, con una mossa a sorpresa, ha deciso un robusto rimpasto del governo, lanciando a tutti un chiaro messaggio: sono uscito dalla malattia, sono tornato forte e sono pronto a ricandidarmi alle presidenziali del prossimo anno. Una decisione che non era nemmeno nell’aria tanto che uno degli epurati eccellenti, Mourad Medelci, ministro degli Esteri, appena poche ore prima s’era reso protagonista di una importante proposta sul fronte della lotta al terrorismo nel Maghreb e nel Sahel, che di fatto ha impegnato l’Algeria – da sempre recalcitrante a collaborazioni che abbiano implicazioni militari – ad una alleanza operativa con i Paesi vicini.
La guida del governo, comunque, resta saldamente nelle mani di Abdelmalek Sellal, che sembra ormai godere della totale stima da parte del presidente e che, sia pure nei tempi biblici della politica algerina, potrebbe raccoglierne un giorno l’eredita’.
Ma le “piccole” correzioni che Bouteflika ha voluto apportare alla compagine (cambiando i titolari di undici dicasteri) sono piu’ significative di quel che si possa, ad un primo esame, pensare. Innanzitutto Mourad Medelci sara’ sostituito da un diplomatico di lungo corso, Ramtane Lamamra, che nella sua carriera ha rappresentato il suo Paese come ambasciatore, ma anche in seno ad organismi internazionali (come l’Aiea). Cosa che potrebbe anche significare che al Ministero degli Esteri si attribuiranno compiti squisitamente diplomatici e non anche politici, come l’attivismo di Medelci aveva fatto negli ultimi mesi.
Altra nomina molto importante, per aspetti diversi, e’ quella di Ahmed Gaid Salah, capo di Stato maggiore delle Forze armate algerine e viceministro della Difesa.
Se la nomina di un militare ad un posto di responsabilita’ alla Difesa puo’ starci, la cosa assume un profilo diverso in Algeria dove, nell’ordine: potere e Forze armate vanno a braccetto dall’Indipendenza; tutti i presidenti della Repubblica escono, piu’ o meno, dai ranghi dei militari; la decennale, sanguinosa e costosissima lotta al terrorismo e’ condotta dall’Esercito, e solo marginalmente dalla forze di polizia.
Ma l’aspetto politico che appare piu’ importante e’ quello che proietta l’Algeria verso lo scenario della primavera 2014 quando, dopo una modifica dell’attuale Costituzione, Bouteflika potra’ tornare a candidarsi alla presidenza, per quello che sarebbe il suo quarto mandato. Il rimpasto, del resto, rimarca che Abdelaziz Bouteflika resta saldamente alla barra della politica e delle istituzioni algerine, deciso a non lasciare. Mentre appare evidente che dietro di lui non c’e’ ancora chi possa prenderne l’eredita’, se il presidente – per motivi legati alla sua salute – dovesse decidere di ritirarsi. Cosa che, alla luce delle ultime mosse, appare peraltro molto lontana.* Diego Minuti –(ANSAmed).