“La gente muore per la mancanza di medicine e di assistenza sanitaria, perché non ci sono fondi sufficienti da destinare alla sanità” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Joseph Mukasa Zuza, Vescovo di Mzuzu e Presidente della Conferenza Episcopale del Malawi, a Roma per la visita Ad Limina. È una delle conseguenze più terribili del cosiddetto “cashgate”, lo scandalo che ha travolto buona parte dell’amministrazione statale e della politica del Malawi, provocato dalla malversazione dei fondi donati dalla comunità internazionale (in particolare dall’Unione Europea) che coprivano il 40% del bilancio statale “A causa del cashgate – spiega il Vescovo – i nostri partner internazionali hanno bloccato l’invio di ulteriori fondi, fino a quando non saranno sicuri che il denaro da loro versato sia utilizzato per i fini ai quali è destinato”.
“Il settore più colpito dalla mancanza degli aiuti dei nostri donatori è quello sanitario. Alcuni farmaci diventano sempre più costosi e non ci sono risorse per acquistarli. Ci sono persone che muoiono per la mancanza di cure adeguate” sottolinea il Presidente della Conferenza Episcopale.
“La Chiesa fa quello che può per aiutare i più bisognosi, ma anche noi siamo dipendenti dagli aiuti esterni e non possiamo far fronte a tutte le necessità, visto che lo Stato stesso non è in grado di farlo” conclude Mons. Zuza.
In una nota inviata a settembre all’Agenzia Fides (vedi Fides 23/9/2014) p. Piergiorgio Gamba scriveva che a causa della mancanza di aiuti stranieri “640.000 abitanti non avranno cibo a sufficienza visto lo scarso raccolto. Il 25% della popolazione vive nell’estrema povertà, con meno di un dollaro al giorno, quindi senza nemmeno la possibilità di avere cibo a sufficienza. Il 17% degli estremamente indigenti vive nelle città e il 57% nelle campagne”. L’inchiesta giudiziaria ha finora accertato la scomparsa di più di 30 milioni di dollari. Dal settembre 2013, quando è scoppiato lo scandalo, ad oggi, almeno 70 persone sono state arrestate in relazione al cashgate. – Ag. Fides