Un “nuovo inizio” per i rapporti tra l’Egitto e Mosca nel campo della cooperazione militare e un sostegno dichiarato del presidente rosso Vladimir Putin alla scontata candidatura dell’uomo forte del nuovo corso egiziano, il generale Abdel Fattah al-Sisi, a nuovo capo dello Stato.
Si conclude così la visita a Mosca del ministro della Difesa Sisi, giunto ieri nella capitale russa con il collega degli Esteri Nabil Fahmi. “So che ha preso la decisione di presentare la sua candidatura alle presidenziali – ha detto Putin a Sisi – e le auguro anche a nome del popolo russo di avere successo”.
Il generale incassa dunque sia un accordo in campo militare, anche in termini di nuove forniture di armi da Mosca, sia la benedizione dell’uomo forte del Cremlino al suo destino politico di nuovo presidente, in linea con la tradizione pre-rivoluzione di un militare alla massima carica dello Stato. Ma soprattutto entrambi lanciano un segnale certamente poco gradito agli Usa, tradizionale alleato militare del Cairo dall’epoca di Anwar El Sadat, che con la firma dell’accordo di Camp David del 1978 segnò la svolta rispetto alla linea filo-sovietica del suo predecessore Gamal Abdel Nasser.
Un segnale lanciato in una fase di ben scarsa popolarità in Egitto degli Usa, che non solo storsero il naso quando proprio Sisi destituì, il 3 luglio, il presidente eletto Mohammed Morsi (nuovo alleato di Washington dopo la caduta di Mubarak) ma che, alla luce della violenta repressione dei sostenitori del leader islamista deposto, decisero, in ottobre, di tagliare una parte degli aiuti militari al Cairo. Aiuti ripristinati dal Congresso – con il via libera a circa 1,3 miliardi di dollari di fondi per i militari – dopo il referendum sulla Costituzione, prima tappa della transizione democratica.
Ma Fahmi – riporta Al Ahram online, accreditando la tesi secondo cui la visita ha portato a concludere un accordo per la fornitura di armi – ha escluso che l’Egitto voglia sostituire un partner internazionale con un altro. “Nessuno vuole riscrivere la storia”, ha detto il ministro all’edizione in arabo dello stesso giornale, parlando invece di interessi comuni tra Mosca e il Cairo a livello regionale e globale. Da parte sua il generale ha parlato di un “un nuovo inizio per lo sviluppo della cooperazione tecnica e militare tra l’Egitto e la Russia – riferisce l’agenzia Mena – che si è sempre basata sugli interessi comuni”.
La visita a Mosca di Sisi e Fahmi fa seguito a quella che i loro omologhi russi, Serghiei Shoigu e Serghiei Lavrov, avevano reso il 13-14 novembre scorsi al Cairo. In quell’occasione, in Russia si era parlato di un possibile acquisto per 2-4 miliardi di armi, difese antiaeree ed elicotteri militari, della concessione in Egitto di non meglio precisati ”siti amici” e una nuova cooperazione bilaterale di carattere ”strategico”. * Luciana Borsatti (ANSAmed).