La Nigeria è pronta a trattare con i Boko Haram per la liberazione delle studentesse rapite e costrette a convertirsi all’islam e aspetta che il leader dei qaidisti invii un emissario a incontrare la commissione per la riconciliazione.
Il governo di Abuja tenta di mantenere aperto lo spiraglio lasciato intravedere ieri da Abubakar Muhammad Shekau che, nel folle proclama video, aveva fatto fatto balenare la possibilità di scambiare con i “fratelli” prigionieri delle autorità nigeriane le ragazze che non si sono convertite, dopo la minaccia di venderle come schiave e che, ha confermato il governatore dello stato di Borno, Kashim Shettima, dopo aver visionato il filmato, sono tutte liceali rapite a Chibok il 14 aprile. Dumoma Mpur, dirigente della scuola dove sono state sequestrate le ragazze, ha riconosciuto sua figlia nel video.
Nonostante la presenza sul terreno degli 007 di alcuni Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele), rafforzata da operazioni di sorvolo da parte di aerei Usa e dall’arrivo nella capitale del comandante delle forze armate americane in Africa David Rodriguez per coordinare le ricerche, l’unica via sembra quella della mediazione, anche per i grossi rischi di un eventuale blitz. E assieme alla richiesta al parlamento di prorogare di sei mesi lo stato di emergenza nel nord-est in vigore dal maggio 2013, il presidente Goodluck Jonathan, ha incaricato il ministro per gli Affari Speciali Tanimo Turaki di far sapere i sono i margini per trattare ci sono, se il leader di Boko Haram ha intenzioni sincere. Ieri sera, invece, le autorità nigeriane avevano detto di voler “usare qualsiasi forma di azione” per liberarle e che era possibile anche un’operazione militare, rifiutando qualsiasi trattativa.
Il mondo continua intanto a indignarsi davanti alla tragedia delle liceali che recitano a memoria il Corano davanti a una videocamera nel tentativo di sopravvivere. Delle 276 rapite, 223 restano nelle mani degli integralisti armati.
Oggi anche due ex premières dames di Francia, Valerie Trierweiler e Carla Bruni, si sono mobilitate per la liberazione delle studentesse nigeriane rapite dai fondamentalisti di Boko Haram. Questa mattina erano entrambe presenti a una manifestazione al Trocadero, una “marcia delle donne” al di là del colore politico. – Swissinfo