Si ridimensiona la sparatoria nei pressi della scuola della gendarmeria nazionale di Niamey, capitale del Niger, nella notte tra l’11 e il 12 giugno. Una fonte missionaria riferisce a Fides che secondo “le autorità di polizia nigerine e i responsabili sicurezza contattati, si è trattato di una “semplice” perdita di sangue freddo da parte delle sentinelle. Nessuno fortunatamente è stato ferito e la calma è tornata”.
“Tutti sono nervosi, vuoi perché senza corrente dormono poco, vuoi perché hanno visto dei loro commilitoni uccisi negli attentati di Agadez, Arlit e della prigione di Niamey” commenta la nostra fonte. La mancanza di corrente getta la città nel buio, che può favorire gli assalti di gruppi armati.
Se confermato quello contro la scuola della gendarmeria sarebbe il quarto attacco di gruppi jihadisti avvenuto in Niger nell’ultimo mese.
La situazione nella capitale nigerina rimane tesa perché, come riferisce il missionario, “le autorità ripetono l’appello a non uscire la sera se non necessario e a sottomettersi senza storie alle perquisizioni delle forze dell’ordine”.
“Le zone centrali della città sono bloccate con filo spinato e si è costretti a passare con fatica un veicolo alla volta, anche se possono essere facilmente evitate aggirandole. Lo stesso dicasi per la strada che passa davanti alla presidenza della repubblica, ormai chiusa nottetempo”.
“Per chi, come il sottoscritto, è qui da una trentina d’anni, queste misure non sono niente di nuovo. Fino alla metà degli anni 90 nessun taxi sarebbe mai passato davanti alla presidenza né davanti alla guardia presidenziale, anche se le vie erano aperte” conclude il missionario. – Ag. Fides