Dopo gli ultimi colpi d’arma da fuoco di ieri sera nella zona di Kanyesheja, nella provincia del Nord Kivu, da stamattina la “situazione è calma” lungo il confine tra Repubblica democratica del Congo e Rwanda. Lo ha annunciato il luogotenente colonnello Olivier Hamuli, portavoce dell’esercito regolare congolese (Fardc), dopo due giorni di combattimenti e accuse reciproche tra soldati di Kinshasa e di Kigali.
Una tregua nel confronto armato che, per ora, non ha spinto la popolazione a fare rientro a casa, in particolare nella località di Kanyesheja, dove le scuole sono chiuse per il terzo giorno consecutivo e le attività funzionano a rilento. Fonti locali hanno testimoniato di una clima di “tensione percepibile”.
A 72 ore dall’inizio delle ostilità lungo l’instabile frontiera non è stato ancora diffuso alcun bilancio di eventuali vittime e feriti. La televisione ruandese ha dato spazio ad immagini di cinque corpi senza vita che indossavano la divisa delle Fardc. Poco dopo è arrivata la smentita di Kinshasa che ha denunciato una “manovra di propaganda”, assicurando di non aver perso alcun soldato al fronte.
Il capo della missione Onu in Congo (Monusco) Martin Kibler ha invitato le due parti alla “calma” e ad “astenersi da ogni violenza” per “ristabilire la sicurezza” nella zona di confine, auspicando una “risoluzione pacifica del contenzioso sulla demarcazione delle frontiere”. Il comunicato della Monusco fa riferimento a “perdite di vite umane” senza fornire, però, alcun numero. – Misna