Cento morti ammazzati, dall’inizio dell’anno, come conseguenza della feroce guerra tra bande criminali che si è scatenata in Algeria. Una statistica inquietante, soprattutto perchè gli sforzi delle forze di polizia, che sono tanti e comunque con buoni risultati, non sembrano riuscire a mettere un freno ad una spirale di violenza che attraversa tutto il Paese, pur se la maggior parte dei delitti (circa il 60 per cento) è concentrata in dieci delle wilayas, tra cui quelle di Algeri, Blida ed Orano.
Un grido d’allarme è stato lanciato oggi dal quotidiano riformista El Watan, sempre molto attento alle dinamiche sociali dell’Algeria e che spesso si mostra critico sulle politiche di contrasto al crimine adottate dalle autorità centrali. Il montare del fenomeno criminale è ormai consolidato e, anno dopo anno, le statistiche su omicidi e fatti legati alla criminalità comune devono essere aggiornate in peggio.
Le bande algerine peraltro sono diventate ancor più pericolose perchè sembrano, da qualche anno, muoversi seguendo l’esempio di altre organizzazioni criminali, come quella francese, di cui imita apertamente tecniche e strategie. E questo passa anche per gli omicidi, sempre più frequenti, sempre più efferati e che spesso si concludono con i cadaveri delle vittime bruciati, per rendere impossibile o almeno rallentare l’identificazione. Ma le bande si trovano davanti una delle migliori polizie scientifiche dell’Africa che, anche grazie alle tecniche adottate nella lotta al terrorismo islamico ed ai successi conseguiti, ormai ha mutuato schemi e strumentazioni delle Polizie dei più evoluti (in senso criminologico e delle indagini forensi) Paesi occidentali. Così, ma è solo l’ultimo esempio, grazie alla rilevazione di di impronte digitali parziali ed all’esame di altri elementi, la polizia ha identificato due persone (un avvocato ed un uomo d’affari) uccise a bruciate a Zeralda e Bordj El Kiffan, apparentemente per essersi ribellate ad un tentativo di estorsione, anche se poi le indagini hanno accertato che l’autore dei due omicidi era un congiunto.
Stando a quanto si può rilevare dai comunicati ufficiali di Polizia e Gendarmeria nazionale, il tasso di successo (ovvero di identificazione ed arresto dei responsabili) nelle indagini per omicidio è elevatissimo, come accaduto nello scorso luglio, quando sono stati assicurati alla giustizia i responsabili di tutti gli omicidi consumati in quel mese. Ma il problema resta e preoccupa perchè, come sempre accade, ad ingrossare le fila delle bande – con un ricambio costante – sono spessissimo i più giovani, per i quali la prospettiva di facili, ingenti ed immediati guadagni si traduce in una irresistibile attrazione. * Diego Minuti – (ANSAmed).