Il governo di N’Djamena ha ritirato cinque permessi di esplorazione alla China National Petroleum Company (Cnpc) e spinto sull’accusa di violazione di carattere ambientale che potrebbero costare ai cinesi 1,2 miliardi di dollari. La decisione segue una precedente iniziativa che lo scorso maggio aveva costretto la stessa società a sospendere le sue operazioni.
Nel corso di una conferenza stampa, il ministro del Petrolio ciadiano, Djerassem Le Bemadjiel, ha sostenuto che le ultime decisioni sono state prese per “evitare ulteriori danni all’ambiente”.
“Non c’è più spazio per negoziati amichevoli, ogni sforzo in questo senso è risultato vano” ha detto il segretario generale del governo Abdoulaye Sabre.
Il Ciad ha cominciato a sfruttare i suoi giacimenti petroliferi nel 2003: i fondi ottenuti sono stati utilizzati per modernizzare l’esercito, migliorare la rete infrastrutturale pubblica e la rete stradale; la società civile locale accusa il governo di non aver impiegato le risorse a disposizione per migliorare le condizioni generali di vita della popolazione. – Atlasweb