13/10/2014 – Sudafrica – “Servizi sociali per Pistorius”, l’ipotesi infiamma il processo

di AFRICA

 

Spunta l’ipotesi dei servizi sociali per Oscar Pistorius. All’avvio della fase processuale che dovra’ determinare la pena per l’omicidio colposo della fidanzata Reeva Steenkamp, la notte di San Valentino del 2013, un assistente sociale ha suggerito che l’atleta paralimpico vanga condannato a tre anni di arresti domiciliari con l’obbligo, per esempio, di tenere pulito un museo o le strade di Pretoria per 16 ore al mese. Joel Maringa, che presta servizio nelle carceri notoriamente sovraffollate e violentissime del Sudafrica ed e’ stato chiamato a esprimere un parere dalla difesa come perito di parte, ha sottolineato che Pistorius “troverebbe molto giovamento da una ‘supervisione correzionale’ fatta a casa”, che gli darebbe la possibilita’ di rivedere e correggere il suo comportamento.

L’ipotesi e’ spuntata all’inizio della fase processuale che dovra’ decidere la pena per il campione paralimpico. Il 27enne ex atleta, amputato da piccolo a entrambi gli arti inferiori, ha gia’ evitato l’accusa piu’ grave, quella di omicidio volontario, che poteva portarlo in carcere per il resto dei suoi giorni. Maringa ha osservato che il “trauma” sofferto da Pistorius per quel che e’ accaduto e’ stata di per se’ una punizione. La sua proposta e’ stata definita “scandalosamente inadeguata” dal procuratore Gerrie Nel che ha chiesto a Maringa se si rendesse conto della gravita’ del crimine commesso da Pistorius. Sconsolati e delusi anche i parenti di Reeva: il padre della giovane modella si teneva la testa tra le mani mentre Maringa parlava, e i suoi amici scuotevano increduli la testa. Il campione paralimpico – che ha sempre detto di aver sparato alla bellissima modella per errore, scambiandola per un intruso- ha gia’ scampato l’accusa piu’ pesante, quella di omicidio premeditato. Una sentenza che ha lasciato molti insoddisfatti sollevando dubbi proprio sulla capacita’ del sistema giudiziario sudafricano di far fronte ai crimini piu’ efferati. Adesso rischia una condanna massima di 15 anni, ma potrebbe anche non passare effettivamente neanche un giorno in carcere se la giudice gli concedesse la liberta’ condizionata perche’ incensurato. La giudice, Thokozile Masipa, una 66enne nera di umilissime origini, finora ha accettato la versione dei fatti di Pistorius, ovvero che sparo’ perche’ preso dal panico; ma ha stabilito che il giovane agi’ con negligenza perche’ aveva a disposizione alternative che avrebbero evitato la morte della sua compagna.

Maringa e’ stato il secondo testimone chiamato dalla difesa, che tenta di evitare il carcere a Pistorius. In precedenza aveva parlato il terapeuta del giovane, Lore Hartzenberg, il quale ha raccontato che Pistorius era praticamente inconsolabile durante le loro sessioni, subito dopo l’uccisione di Reeva. “Alcuni incontri trascorrevano soltanto con lui che piangeva e piangeva e si teneva stretto a me. Posso confermare che il suo rimorso e il suo dolore erano veri”. Questa fase processuale potrebbe durare una settimana. Agi

 

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