Sta alimentando un dibattito acceso il confronto tra l’ex presidente Olusegun Obasanjo e l’attuale capo dello Stato Goodluck Jonathan, accusato di mettere a rischio l’unità della Nigeria con una sua possibile ricandidatura: lo dice alla MISNA padre George Ajana, direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie.
Secondo il religioso, “a chi vede in Obasanjo un saggio che ha il dovere di mettere al servizio della collettività la sua esperienza si contrappone chi lo accusa di voler semplicemente continuare a influenzare tutte le scelte importanti a livello nazionale”. Posizioni divergenti ma che pure, spiegano alla MISNA, hanno punti in comune. “Entrambe – sottolinea padre Ajana – partono dal presupposto che Obasanjo è stato una figura decisiva sia per l’elezione nel 2007 di Umaru Yar’Adua sia per quella di Jonathan nel 2011; e che ancora oggi l’ex presidente resta al centro dei giochi di potere del Peoples Democratic Party”.
Il riferimento è al partito che governa la Nigeria dal 1999, messo quest’anno a dura prova da scontri interni e defezioni di politici e amministratori di rango legate anche alla prospettiva di una nuova candidatura di Jonathan nel 2015. Il tema, appunto, al centro di una lettera di 18 pagine di Obasanjo indirizzata al presidente ma fatta filtrare alla stampa.
Nel testo Jonathan è accusato di voler tradire un impegno di restare in carica per un solo mandato e di tutelare interessi partigiani a detrimento di quelli generali. Tesi, queste, che un portavoce del presidente ha definito “senza fondamento, ingiustificabili e indecorose”. Poco prima però che, a margine delle celebrazioni per il cinquantennale dell’indipendenza del Kenya, Jonathan e Obasanjo si sedessero dietro lo stesso tavolo ieri in un albergo di Nairobi per “una colazione privata”. – Misna