Almeno 200 militari dell’esercito ugandese sarebbero entrati in Congo e visti dalla popolazione ieri all’alba nel territorio di Beni, nel nord del Nord-Kivu, nella località di Kitchanga, al confine tra i due paesi.
Lo riferisce un comunicato della società civile del Nord-Kivu, precisando che la popolazione è presa dal panico e ignora la ragione di questa incursione, definita come una “minaccia all’integrità territoriale”.
I soldati ugandesi si sarebbero diretti verso la località vicina di Ndiva, a 80 chilometri dalla città di Beni.
L’Uganda è mediatore nella crisi che ha opposto il governo di Kinshasa alla ribellione filo ruandese dell’M23, oggi sconfitta, ma tuttora in trattative per una soluzione duratura alla crisi.
Nel’area settentrionale del Nord-Kivu è attiva una ribellione ugandese, l’Adf-Nalu, da anni protagonista di violenze ai danni dei civili dalla zona. Questa ribellione è uno dei gruppi armati nel mirino delle forze armate congolesi e della brigata speciale della Monusco (la missione Onu nel paese) incaricata di dare la caccia a tutte le milizie che hanno eletto domicilio nella provincia mineraria congolese.
Secondo fonti della società civile, le Adf-Nalu hanno teso un’imboscata proprio ieri alle forze armate congolesi a Biangolo, all’uscita del parco dei Virunga. Un militare e due civili sarebbero stati uccisi nell’attacco.* Celine Camoin – Atlasweb