Sale la tensione in Tunisia fra i candidati al ballottaggio delle presidenziali mentre si avvicina la data delle elezioni, che è stata fissata per il 21 dicembre. All’estero si comincerà a votare invece due giorni prima, quindi si potrà andare alle urne dal 19 al 21 dicembre. A sfidarsi saranno il leader di Nidaa Tounes, Beji Caid Essebsi, che al primo turno aveva ottenuto il maggior numero di voti, e il presidente uscente Moncef Marzouki, che era arrivato secondo. La campagna per il ballottaggio si è aperta ufficialmente martedì e fra i due sembra che ci sarà un testa a testa.
Nelle legislative dello scorso ottobre Nidaa Tounes si era affermato come il primo partito del nuovo Parlamento, con 86 seggi. Secondo si era piazzato invece il partito islamista Ennahda, con 69 seggi, che aveva vinto invece le elezioni del 2011 subito dopo la Rivoluzione dei Gelsomini che aveva portato alla cacciata di Zine el-Abidine Ben Ali dopo 23 anni al potere. Ma, così come al primo turno, lunedì Ennahda ha annunciato che anche per il ballottaggio il partito ha deciso di non appoggiare ufficialmente nessuno dei due candidati, lasciando libertà di scelta al suo elettorato. Prima di questa dichiarazione ufficiale, però, l’ex premier ed ex segretario generale di Ennahda Hamadi Jebali aveva invitato i cittadini a non votare per Essebsi.
Successivamente il portavoce di Ennahda, Zied Laadhari, ha risposto enfatizzando la neutralità del suo partito, e lo stesso Jebali giovedì ha annunciato che lascia Ennahda perché le sue opinioni personali non coincidono più con quelle del partito.
Altra forza importante in campo è quella Hamma Hamami, leader della coalizione di sinistra Fronte popolare dei due politici di opposizione uccisi nel 2013 Chokri Belaid e Mohamed Brahmi. Hammami è arrivato terzo alle presidenziali e il suo Fronte si è affermato alle legislative di ottobre come quarto partito, ottenendo 15 seggi in Parlamento. In una conferenza stampa che ha tenuto giovedì ha invitato i sostenitori a non boicottare le elezioni: ha chiesto di non votare per Marzouki, ma ha detto di volere un chiarimento di posizione da parte di Essebsi. In particolare relativamente a come intende formare il nuovo governo, specificando se ci sarà un’alleanza fra Nidaa Tounes ed Ennahda. Ma intanto al-Watad, un piccolo partito di sinistra che fa parte del Fronte, ha annunciato di recente il suo appoggio a Essebsi.
Il leader di Nidaa Tounes ha tenuto una conferenza stampa ieri alla presenza del leader dell’Unione patriottica per la libertà (Upl), Slim Riahi, il quale si era candidato anche lui al primo turno delle presidenziali e ha scelto adesso di appoggiare Essebsi. “Invito tutte le forze democratiche e i personaggi nazionali a sostenermi al secondo turno delle presidenziali”, ha detto Essebsi.
Per i sostenitori di Marzouki, il principale motivo per votare per il loro candidato è di evitare il ritorno del vecchio regime dal momento che Essebsi ha ricoperto incarichi di rilievo sia sotto Habib Bourguiba che sotto Ben Ali. D’altro canto, però, la maggior parte dei sostenitori di Nidaa Tounes sono anti islamisti. Quello che uscirà dalle urne sarà il primo presidente democraticamente eletto della Tunisia: nel 2011, infatti, Marzouki non fu eletto a suffragio diretto ma dall’Assemblea costituente. Il passo successivo sarà la formazione del governo. – La Presse