14/02/14 – Burundi – Tra le critiche eletto vice-presidente, prorogata missione Onu

di AFRICA

 

Con 82 voti su 84 Prosper Bazombanza, esponente del principale partito di opposizione tutsi Uprona, è stato eletto dal parlamento nuovo primo vice-presidente del Burundi. Lo hanno riferito fonti di stampa locale, precisando che dopo il voto dei deputati l’elezione di Bazombanza è stata confermata dalla maggioranza assoluta dei 33 senatori. Stamattina nell’emiciclo di Kigobe Bazombanza ha prestato giuramento. Tuttavia il nuovo vice-presidente, già governatore della provincia di Mwaro (centro) dal 2002 al 2005, non gode dell’unanimità in seno al suo partito.

“Ad aver scelto Bazombanza non è stata la maggioranza dei membri dell’Uprona ma il Cndd-Fdd (partito al potere hutu del presidente Pierre Nkurunziza, maggioritario in parlamento, ndr). Bazombanza si è venduto. E’ stato un colpo di mano che rappresenta una violazione flagrante della Costituzione ma soprattutto getta benzina sul fuoco, mettendo in pericolo la pace nel paese” ha dichiarato Bonaventure Gasutwa, portavoce del partito della minoranza tutsi che minaccia ora di “organizzare la resistenza contro il potere, pronto a tutto per imporre le sue scelte”.

La presidenza burundese si è invece “complimentata” per l’elezione di ieri che “risolve una crisi istituzionale preoccupante” secondo il portavoce del capo dello Stato, Willy Nyamitwe. All’inizio della settimana, Nkurunziza aveva dato un ultimatum di sette giorni all’Uprona per presentare i suoi candidati alla carica cruciale, rimasta vacante dopo la destituzione di Bernard Busokoza da parte del potere. Gli accordi di pace di Arusha (Tanzania) firmati nel 2000 tra i contendenti di una lunga guerra civile terminata soltanto nel 2005 sono scaturiti in una nuova Costituzione, frutto di un compromesso politico, e nella ripartizione degli incarichi istituzionali tra hutu (85% della popolazione) e tutsi (il 14%).

Da mesi i due partiti sono ai ferri corti e a fine gennaio le crescenti tensioni sono sfociate in crisi aperta: con una decisione controversa il ministro degli Interni Edouard Nduwimana ha destituito il presidente dell’Uprona Charles Nditije. Il Cndd-Fdd ha cercato in tutti i modi di sostituirlo con Bonaventure Niyoyanka, personalità vicina alla formazione al potere, suscitando un’alzata di scudi nei ranghi dell’opposizione. La doppia destituzione ha spinto tre ministri dell’Uprona a ritirarsi dal governo in segno di protesta, aggravando ulteriormente la paralisi delle istituzioni. Dalla ultime informazioni la presidenza della formazione tutsi è stata affidata a Concilie Nibigira, vice di Niyoyanka tra il 2009 e il 2012, anche se il suo nome non gode di un consenso unanime.

Al centro del contenzioso politico e dei timori di opposizione e società civile c’è la recente riforma agraria, la revisione della Costituzione e la possibilità di un terzo mandato per Nkurunziza, in carica dal 2005, alle elezioni generali del prossimo anno.

Alla luce del deteriorarsi della situazione politica e dell’instabilità nel paese dei Grandi Laghi, ieri sera il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha prorogato fino al prossimo 31 dicembre il mandato della sua missione politica in Burundi (Bnub), in scadenza il 15 febbraio. I 15 Stati membri dell’organismo delle Nazioni Unite hanno inoltre acconsentito alla creazione di una missione di osservazione elettorale incaricata di monitorare organizzazione, svolgimento e scrutinio delle elezioni generali del 2015. Nel testo approvato dal Consiglio vengono evidenziati “i progressi importanti che hanno permesso al paese di superare le grandi sfide del dopoguerra” ma anche “dinamiche politiche negative che potrebbero ipotecare le conquiste” mentre il paese si prepara a un voto cruciale, “test per la sua stabilità a medio-lungo termine”.

Esperti Onu avvertono che la scena politica burundese è “polarizzata” tra il governo che “utilizza la sua maggioranza in parlamento per varare leggi che restringono lo spazio politico”e le “minacce” dell’opposizione nei confronti del governo. Minimizzando i problemi, per mesi il governo di Bujumbura si è fermamente opposto al rinnovo della missione Onu, premendo per un suo ritiro in tempi stretti. – Misna

 

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