“Scambi verbali di rara violenza” e “messaggi aggressivi” hanno caratterizzato l’ultimo giorno di campagna elettorale per le presidenziali del 17 aprile: lo sottolinea il quotidiano algerino ‘El Watan’, evidenziando che il presidente uscente Abdelaziz Bouteflika, ‘invisibile’ per tutta la durata della campagna, non ha partecipato nemmeno al comizio di chiusura.
Per conto di Bouteflika, dato per favorito alle urne, è stato il suo direttore di campagna, Abdelmalek Sellal, ad orchestrare l’ultimo meeting tenutosi ieri allo Stadio del 5 luglio di Cheraga, ad est della capitale, in una sala della Cupola stracolma e adornata di verde e rosso, i colori della bandiera. Molto duro il tono del suo discorso, con accuse nei confronti di chi “minaccia i militanti del capo dello Stato” e “diffonde sentimenti di disperazione che rendono la vita più buia”. Sellal ha poi evidenziato il bilancio positivo della presidenza Bouteflika, che ha portato “democrazia”, “sviluppo” e “riconciliazione”, promettendo “posti di lavoro per quei giovani rimasti senza”.
Poche ore prima, un comunicato del team di campagna elettorale del presidente, ha direttamente puntato il dito col principale rivale, l’ex primo ministro Alis Benflis, per “aver istigato alla violenza” in occasione di alcuni comizi a favore di Bouteflika.
D’altra parte lo stesso Benflis ha lanciato pesanti critiche al clan presidenziale per le sue “campagne denigratorie che non ingannano più nessuno”. Ieri da Rouiba, ad est di Algeri, l’ex capo di governo ha invitato i cittadini alla vigilanza di fronte ai “rischi di frode su vasta scala”.
Il giorno prima sia a Relizane, sede di un’importante confraternita religiosa, che ad Oran, grande metropoli ad ovest della capitale, Benflis ha accusato il presidente uscente – al potere dal 1999 – di “clientelismo”. Già sconfitto da Bouteflika alle presidenziali del 2004, quando aveva ottenuto solo il 6% dei consensi, l’ex primo ministro ha insistito sul fatto che “il tempo del potere faraonico e despotico è ormai finito” e ha deplorato che i giovani “possano soltanto scegliere tra zatla (la droga) e harga (emigrazione)”.
Giovedì prossimo 23 milioni di aventi diritto sono attesi alle urne per eleggere il nuovo presidente tra sei candidati. Lo scorso fine settimana i primi a votare sono stati gli algerini residenti all’estero, tra cui 815.000 stabiliti in Francia. – Misna