Nonostante una popolazione relativamente modesta, di circa 27 milioni di abitanti, l’Arabia Saudita è risultato il quarto paese al mondo per spese militari subito dopo Stati Uniti (640 miliardi di dollari), Cina (188) e Russia (87,8). I numeri li ha forniti oggi il Sipri, l’Istituto internazionale di ricerca per la pace che ha la sua sede in Svezia.
Secondo i dati, la monarchia al potere ha Riad ha dirottato 67 miliardi di dollari per il suo budget militare mettendo a segno un aumento del 14% nel 2013 rispetto al 2012. Negli ultimi dieci anni – insieme ad altri 22 paesi – i sauditi hanno più che raddoppiato le loro spese militari. L’aumento saudita è ancora più evidente se comparato con la media generale che, esclusi gli Stati Uniti, ha visto un aumento delle spese militari nel mondo dell’1,8%. Nonostante Washington abbia ridotto il suo budget del 7,8% (in seguito al ritiro progressivo dall’Iraq) e nonostante la crisi abbia di fatto costretto molti paesi europei a fare altrettanto, i segnali di una progressiva militarizzazione ci sono e vengono dai paesi emergenti o in via di sviluppo. Da questo punto di vista, in Medio oriente gli aumenti a livello percentuale sono stati cospicui. Il piccolo Bahrain ha aumentato il budget militare del 26%, mentre l’Iraq del 27%: percentuali da leggere rispetto alle situazioni politiche interne vissute dai due paesi. “Non abbiamo dati su Iran, Qatar, Siria ed Emirati Arabi Uniti e di conseguenza il totale delle spese militari della regione resta incerto” ha detto Sam Perlo-Freeman, direttore del dipartimento del Sipri dedicato alle spese militari. “Questa mancanza di dati – ha aggiunto – riflette la generale opacità sulle spese militari in Medio oriente”.
A preoccupare è anche la situazione in Africa dove è l’Algeria ad avere il budget militare più nutrito con spese per 44,9 miliardi di dollari. Ma l’Angola ha aumentato le sue sepse del 36% superando il Sudafrica e diventando il primo tra i paesi dell’Africa subsahariana.
Se in Africa è il petrolio a fare la differenza in termini di spesa, in Asia sembra essere invece la competizione con la Cina a fare da vettore. Vietnam e Filippine stanno aumnetando i rispettivi budget e il Giappone ha messo fine al trend che negli ultimi anni lo aveva visto spdenre progressivamente meno. * Maria Scaffidi – Atlasweb