È “un’atmosfera festante” quella che ieri si è registrata nel maggior numero delle circoscrizioni egiziane dove gli aventi diritto sono stati chiamati a esprimersi in un Referendum per l’approvazione di una nuova Costituzione, redatta in sostituzione di quella approvata lo scorso anno durante il governo guidato da Morsi e dal movimento dei Fratelli musulmani.
A scriverlo è il principale quotidiano egiziano, Al Ahram, che nella sua edizione inglese evidenzia come il clima festoso non sia stato disturbato dalle nove persone morte in violenti scontri definiti “sporadici” e dalla bomba artigianale esplosa stamattina all’alba davanti un tribunale nel quartiere sud-occidentale di Imbaba, nella capitale egiziana del Cairo, poche ore prima dell’apertura dei seggi.
Sintetizzando la prima delle due giornate di Referendum, le operazione di voto si chiuderanno oggi, il quotidiano sottolinea che i violenti scontri che hanno provocato nove morti in tutto il paese hanno visto contrapporsi sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi e i loro oppositori, civili e forze di sicurezza.
Gli scontri pià gravi si sono registrati a Sohag, nell’Alto Egitto, a Giza e nel governatorato meridionale di Beni Suef.
L’esplosione di ieri mattina aveva fatto temere il peggio per la prima giornata del Referendum.
Dopo l’esplosione, secondo i media locali, decine di persone si sarebbero raccolte sul luogo portando con loro immagini del generale Abdel Fattah al-Sissi, vice-primo ministro e titolare del dicastero della Difesa, oltre che capo dell’esercito ed attuale uomo forte del governo che ha succeduto quello guidato dal presidente Mohamed Morsi, deposto lo scorso luglio dalle autorità militari.
Proprio nei giorni scorsi, al-Sissi aveva dichiarato di essere pronto a candidarsi alle prossime elezioni presidenziali, previste tra aprile e giugno, “qualora il popolo lo chieda”.
Oggi e domani sono circa 53 milioni i cittadini egiziani chiamati alle urne per esprimersi sulla nuova Costituzione, redatta in sostituzione di quella approvata lo scorso anno durante il governo guidato da Morsi e dal movimento dei Fratelli musulmani. Il voto di oggi e domani viene considerato come un plebiscito sull’operato di al-Sissi. – Atlasweb